venerdì 1 settembre 2023

Street Fighter II V - la serie animata di Street Fighter che non ricorda più nessuno!

 


Ecco un'altra pubblicità di serie anime in VHS, stavolta quella di Street Fighter II V, serie che in teoria avrebbe dovuto sbancare alla grande, ma in pratica non era il massimo. Poco tempo prima era uscito in TV la serie animata di Virtus Fighter, trasmessa su Junior TV/JTV, che aveva riscosso un certo successo, nonostante Virtua Fighter non fosse una serie di picchiaduro nota come SF. La serie era stata raccolta in VHS da Hobby&Work, e non è  mai stata resa disponibile in DVD o altro supporto digitale. SFII V invece fu pubblicato in home video da Dynamic Italia, come si può vedere in 14 uscite a circa 24,000 lire cadauna. Molto meno di altre serie vendute a 39,900 per 2 episodi, poco più di 40 minuti di video per ciascuna videocassetta. Poi pare fu raccolta anche in DVD nel 2010, ma ovviamente il cofanetto è fuori produzione e difficile da trovare, a meno che non si voglia spendere almeno 100€. Sempre meno dei 180€ necessari per comprare le VHS all'epoca comunque. Io in ogni caso mi accontentai della versione che trasmettevano in TV, che però era abbastanza censurata, almeno su LA7, da quello che mi ricordo. A parte le censure sempre sgradevoli la storia non è che fosse poi un granché, tant'è che preferivo guardare piuttosto Virtua Fighter che quest'anime. Certo che rispetto alla versione americana di Street Fighter II, questo era un capolavoro, ma non l'avrei scoperto che molti anni dopo, guardando gli spezzoni video su YouTube. Ma all'epoca le informazioni su quello che trasmettevano all'estero erano poche e confuse. Inoltre a non molti interessava quello che veniva dall'America ormai, considerando tutti gli anime che stavano per arrivare ed erano arrivati dal Giappone. Negli anni '80 era diverso: un sacco di cartoni animati avevano riempito l'infanzia di molti bambini italiani all'epoca, ma negli '90 ciò stava certo per cambiare. Già verso la fine degli anni '80 il successo de I Cavalieri dello Zodiaco, anche a livello di merchandising, aveva spostato la bilancia nettamente verso le produzioni nipponiche. Ed in seguito serie come Sailor Moon confermarono che la nippomanoa stava ormai prendendo piede. Intendiamoci: serie come Candy Candy, Georgie, Anna dai capelli rossi, Heidi e quelle dei robottoni avevano avuto successo anche prima di queste, ma non erano riuscite a scalzare totalmente le serie animate americane. Negli anni '90, con l'avvento di altre pietre miliari come Dragon Ball e poi tutti gli anime su MTV, le cose cambiarono decisamente. La new wave dell'animazione (che però comprendeva anche anime relativamente vecchi come Dragon Ball appunto) stava rivoluzionando il mercato video italiano. E non solo anime per bambini/ragazzini. Ricordo ancora l'arrivo di City Hunter su reti private minori nel 1997, con 10 anni di ritardo rispetto alla trasmissione in Giappone (che ormai aveva archiviato la serie già nel 1991, anche se alcuni special furono prodotti anche dopo). City Hunter, una serie "adulta" in molti sensi: il protagonista maniaco sessuale, ma anche un pistolero che non sbaglia mai un colpo. Una serie che nessun altro paese avrebbe mai potuto creare. A proposito di maniaci sessuali: nel frattempo avevamo già visto all'opera il mitico Lupin, il detestabile Happosai, vero e proprio essere ignobile, lascivo e senza speranza, e il giovane Ataru Moroboshi in Lamù. Ed ovviamente c'era anche il maestro Muten, in Dragon Ball, l'eremita delle tartarughe. Eh già, i giapponesi hanno sempre avuto una predilezione per personaggi del genere, tanto da renderli protagonisti, e non antagonisti. Dicevo City Hunter comunque: all'epoca sapevo a malapena che esistesse il manga, fortuna che lo comprava un mio amico, che poi me lo prestó. Mi prestó anche il seguito, almeno i primi volumi, ma non mi piaceva molto. Comunque: da noi arrivò a fine anni '90 una serie che era stata concepita in pieni anni '80! Era chiaro che doveva essere un successone, oppure un megaflop. Ed infatti prima della trasmissione in TV il manga in Italia non stava andando tanto bene: le vendite languivano, e alla Star Comics (la casa editrice che lo pubblica al tempo) già cominciavano a pensare di aver puntato sul cavallo sbagliato. Invece City Hunter aveva bisogno solo di un po' di aiuto ad ingranare. Il suo autore sarebbe poi diventato molto famoso in Italia. E pensare che negli anni '80 un altro suo anime era già arrivato in pompa magna: sto parlando di Occhi di Gatto (in originale Cat's Eye), che aveva riscosso un buon successo di pubblico. Solo che Occhi di Gatto era relativamente poco violento, mentre in City Hunter morivano parecchi personaggi, specie all'inizio della serie, buoni e cattivi. Ma se parliamo di violenza siamo comunque sempre due gradini sotto a Ken il guerriero e Uomo Tigre. Meno male che poi City Hunter ha trovato il successo che meritava anche in Italia.
Ecco, parlavo di Street Fighter, e sono finito a parlare invece di City Hunter. Forse perché è comunque un anime più interessante. Eh già, perché se animazioni e disegni non sono certo male in SFII V, è la storia il problema maggiore. Una storia in cui Ryu e Ken non sono ancora in grado di usare le mosse speciali, e per imparare ci mettono diversi episodi. Una noia mortale insomma. Quasi quasi era meglio il film dal vivo del 1994!
Sicuramente il film animato di Street Fighter dello stesso anno. Curiosamente nella versione USA cambiarono la colonna sonora, inserendo canzoni di band americane in voga al momento, tipo Alice in Chain, Silverchair e gruppi simili. Non ricordo se la versione italiana presentava la colonna sonora originale o quella cambiata dagli americani. Certo è curioso inserire canzoni rock e grunge famose in un anime giapponese. Vabbè che in un film di Bruce Lee hanno inserito un pezzo di canzone dei Pink Floyd...!
La versione integrale di Street Fighter II V venne dunque pubblicata in home video da Dynamic Italia, alla "modica" cifra di 24,100 lirette, che moltiplicato per 14 VHS significava 337,400 lire, non moltissimo per lo standard dell'epoca, ma nemmeno poco, e tutto questo solo per vedere un po' di sangue e (forse) un po' di fanservice. Certo, siamo lontani dal mezzo milione di lire necessarie per Evangelion, ma Evangelion era un anime decisamente più interessante. I cofanetti usciti in DVD costavano invece molto meno: in genere meno di 100€ per serie di 26 episodi. Ma per serie nuove inevitabilmente il prezzo saliva, e non di poco. Al giorno d'oggi vengono pubblicate poche serie nuove in home video, e spesso sono passate in TV o in streaming, cosa che aiuta a spalmare i costi del doppiaggio in maniera più intelligente (mentre un tempo quello che usciva solo in home video doveva per forza recuperare i costi dalla vendita di VHS o DVD).

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