domenica 3 settembre 2023

La più completa collezione di disegni animati giapponesi!

 


Slogan che fa sorridere oggi, ma negli anni '90 gli anime non erano ancora noti come "anime". In gente si usava la dicitura "animazione giapponese", "cartoni animati giapponesi", mia madre li chiamava "cartoni malati" (ottima dicitura tra l'altro). Per noi che li guardavamo erano semplicemente fantastici, lontani anni luce dai prodotti animati occidentali, molto più provocanti e con le storie più svariate possibili: da anime sul calcio o sul baseball, a quelli sulle ragazzine che si trasformavano in cantanti pop di successo, ai cartoni post-apocalittici di arti marziali e via dicendo. Gli anime insomma ebbero successo perché trattavano un po' qualsiasi genere (volevate vedere il cartone sul golf? C'era anche quello, si chiamava "Tutti in campo con Lotti"!). In confronto i cartoni americani sembravano noiosi, ripetitivi, visti uno, visti praticamente tutti. Non che gli anime non soffrissero di una certa ripetitività pure loro (si veda l'era dei robottoni), ma venivano prodotte così tante serie ogni stagione che era quasi impossibile non trovare qualcosa che non fosse di proprio gradimento. E questo anche considerando che forse meno di 1/10 degli anime prodotti in Giappone sono arrivati in Italia (mortacci loro!). In home video si doppiava e pubblicava un po' di tutto, ma in particolar modo serie brevi, film, OAV e simili. Era inevitabile, perché le serie lunghe erano più costose e rischiose. Ci sono voluti letteralmente decenni per avere Lupin completo in home video. Più o meno completo ovviamente. Ricordo che negli anni '90 uscivano le VHS di certi anime in edicola, 2 micragnosi episodi per ogni cassetta, immaginate la spesa per completare una serie come Ken il guerriero e Uomo Tigre (più di 100 episodi cadauna). E anche lo spazio necessario per conservare una serie completa non era indifferente. Al giorno d'oggi ci possono mettere anche 13 episodi su un disco solo (bluray), ma all'epoca non era così semplice. Una VHS poteva occupare lo spazio di un cofanetto DVD/bluray (26 o 52 episodi), assurdo! Non che in passato non pubblicassero DVD che contenevano solo 2 o 3 episodi ciascuno, sia chiaro, e poi ci si ritrovava con scaffali interi occupati da una manciata di serie. Se come me eravate squattrinati non c'era problema, ma a volte capitava di trovare qualche offerta imperdibile, specie quando cominciarono a far fuori le VHS perché ormai obsolete, all'inizio degli anni 2000. C'erano videonoleggi e negozi che vendevano le VHS a pochi spiccioli, da 2 a 5€ per cassetta, o 10/20€ per brevi serie complete. Ma quello era un "fuori tutto", sempre apprezzabile, sin intende, ma un evento eccezionale: nel frattempo i DVD delle serie nuove costavano abbastanza, anche 20/30€ per 2/3 episodi, come era già prassi per le VHS (le famose 40 mila lire). 10€ ad episodio insomma, con poche eccezioni. Chiaramente più una serie era vecchia più si "svalutava" del suo valore intrinseco: ad un certo punto Yamato Video mise in vendita anche cofanetti anime a 20€ cadauno. Serie abbastanza vecchie come Sam Ragazzo del West, D'Artagnan e i cavalieri del re, e altre che non ricordo. Un prezzo tutto sommato più che onesto, per serie che ormai non venivano neppure più trasmesse in TV da molto tempo, in certo casi. Cofanetti del genere finirono sold out in breve tempo, non subito ovviamente, perché a comprare DVD e Blu-ray sono comunque in pochi, ma abbastanza in fretta rispetto ad altre uscite a prezzi maggiori. E probabilmente le copie disponibili non erano tantissime. Altre serie anime più brevi vennero invece vendite a 10€ o anche meno, tanto per liberarsi delle copie rimaste sul groppone. Una tattica senza dubbio intelligente. Ancora oggi si trovano alcune di quelle serie a pochi euro su eBay o su Amazon, come ad esempio l'ottima quanto sottovalutata Macross Plus. Ma quelli sono giusto scampoli di un passato glorioso, quando l'home video italiano era ancora abbastanza vitale (qualcosina esce ancora oggi, ma per lo più serie vecchie o film animati più o meno interessanti). Giusto di recente sono usciti i primi cofanetti di Dragon Ball Super, 350€ per tutta la serie completa. Non credo che spenderei più di 50€ personalmente. Cavoli, una serie così brutta ed inutile non la vedevo da molto tempo. Ma si sa, Dragon Ball è sempre Dragon Ball, e le merda è sempre merda. Visto che il QI degli spettatori attuali di Dragon Ball è abbastanza basso non è certo un mistero il motivo per cui anche Super ha avuto successo. Che poi mi si dirà che anche il vecchio Dragon Ball era pieno di stronzate galattiche: MA SICURO! Però erano stronzate originali. Adesso invece si riciclano le vecchie idee, e perfino i personaggi dei film animati, come Broly. Quand'ero giovincello Dragon Ball (manga) fu via via sostituito da altri manga più recenti, tipo Yu Yu Hakusho, Ushio e Tora, Hunter x Hunter e via dicendo. Nel frattempo però l'anime stava conoscendo finalmente la popolarità che meritava, verso la fine degli anni '90. Io detestavo l'anime, perché diluivano maniera impressionante la storia (42 volumi diventarono più di 400 episodi!), aggiungendo filler all'interno degli episodi stessi, tanto per allungare il brodo. Ho sempre dunque preferito leggere il manga proprio per questo motivo, ed anche perché l'adattamento era un po' troppo edulcorato per i miei gusti. I bambini che ovviamente non avevano mai letto il manga si gasavano sentendo "onda energetica vai" ed altre amenità del genere ("cannone speciale" anche era piuttosto divertente). Dynamic Italia aveva pubblicato tutti i film di Dragon Ball, con un doppiaggio valido ed un adattamento fedele, com'era da loro prassi, tant'è che avrei preferito avessero doppiato loro tutta la serie TV. Utopia ovviamente. Forse il doppiaggio Dynamic Italia era un po' troppo "serio" però. Nel senso sembra di sentire Vittorio Gassman che doppiava vari personaggi. Il doppiaggio di Mediaset invece è sempre stato più alla buona: non svaccato come quello di SLAM DUNK per fortuna (anche perché c'erano più parolacce li che in tutte le scuole media italiane, non so cosa gli fosse preso), ma comunque più alla portata dei giovani spettatori. Comunque pareva strano sentire voci così differenti sugli stessi personaggi. Rai2 trasmise un Natale i film di Dragon Ball, poi qualche tempo dopo anche Mediaset fece ridoppiare gli stessi film con i doppiatori della serie TV e li ritrasmise su Italia 1. La differenza di adattamento e voci era ancora più marcata in questo caso. Si sa che l'adattamento televisivo veniva fatto in genere per un pubblico di bambini, anche quando un anime aveva un target più elevato. Inoltre in Giappone erano (e sono ancora) più tolleranti con la nudità, a parte quella dei genitali, che è out anche nelle opere per adulti ) che vengono dunque censurate. La prima serie di Dragon Ball vedeva diverse scene in cui Bulma appariva nuda, e dunque bisognava per forza censurare. Ironia della sorte nei film di Dragon Ball penso che nei film non ci fosse alcuna scena di nudo. In Dragon Ball Z invece non c'era alcuna nudità, ma in compenso la violenza era piuttosto marcata, specie all'inizio (poi si lanciano colpi energetici in grado di distruggere un pianeta in un secondo...,). Ovviamente su Mediaset censurarono tutto quello che potevano censurare, soprattutto il sangue, prassi già consolidata da tempo, oltre a limare un po' il tono dei dialoghi. Nonostante tutto però Dragon Ball divenne un successo anche in Italia. Era forse dai tempi di Saint Seiya e Sailor Moon che non si vedeva un successo del genere. E poi ci sarebbe stato Dragon Ball GT, che pure riscosse un successo limitato. Con Dragon Ball GT sembravano stessero scavando il fondo del barile, ma mi sbagliavo, fecero molto peggio con Dragon Ball Super. 

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