martedì 4 luglio 2017

Manga sickness: il drammone dei fansubber

Innanzitutto vorrei ringraziare sentitamente tutti coloro i quali si mettono a tradurre amatorialmente opere che altrimenti col cavolo che vedremmo da noi, che siano manga o anime (e pure videogiochi, talvolta). Si tratta di un'attività che porta via tempo e fatica, che non porta molta gloria né denaro, ma la si fa (anche) per passione. Quindi lodi e lodi a tutti coloro i quali si sforzano per produrre sottotitoli o scanlations decenti in una lingua comprensibile a gran parte del volgo, nessuno vi ringrazierà abbastanza.
Purtroppo come c'è il lato "chiaro" della faccenda c'è anche un lato più oscuro, rappresentato da chi si "frega" il lavoro effettuato dai fansubber e lo mette sui propri forum o siti. Chiaramente non è dissimile dal fenomeno del freeloading su Facebook, solo che in questo caso si parla di materiale che non è già legale in partenza (il fansub è tollerato infatti, ma la legge parla chiaro). quindi i fansubber non possono essere tutelati dalla legge del diritto d'autore, in quanto sono loro stessi i primi ad infrangerla! D'altro canto i portali che raccolgono episodi fansubbati svolgono comunque un'importante funzione, ovvero permettono agli utenti di trovare ciò che cercano in un unico posto, senza dover cercare troppo in giro per il web. In questo senso riescono ad offrire un servizio anche migliore di Netflix ed altri, in quanto riescono a raccogliere molto più materiale di quanto riescono a fare altri servizi di streaming, Certo, è tutto illegale, ma i vantaggi della cosa sono innegabili: oltre a poter risparmiare un bel po' di soldi, c'è la possibilità di trovare serie anche piuttosto vecchie che nessuna piattaforma di streaming legale proporrà mai, senza contare il lato "social" che questi siti illegali talvolta offrono, che è comunque un plus per molti utenti.
La verità di fondo è che non si può bloccare il warez nella rete, non si può bloccare quasi nulla in rete, ed anzi visto che i contenuti che tali siti hostano appartengono ad una miriade di proprietari di copyright diversi va da sé che è quasi impossibile fare qualcosa in merito. In pratica quella dei fansubber è una lotta contro i mulini a vento, ancora più grande di quella dei detentori dei diritti d'autore. Personalmente lotte del genere le trovo alquanto inutili, visto che, come si è potuto vedere, anche se chiudono grandi portali come PirateBay o Megaupload resteranno sempre forum e siti specializzati più o meno grandi che posteranno materiale illegale, che piaccia o meno ai fansubber, non ci si può fare molto e, soprattutto, non è detto che sia sempre desiderabile farlo!

Manga sickness: l'abuso della CGI sta rovinando gli anime

La tecnologia è quasi sempre una buona cosa, permette di realizzare cose che prima non erano fattibili, oppure di tagliare i costi ed eliminare fatica fisica e/o mentale. La tecnologia però dev'essere utilizzata in maniera da non far rimpiangere le tecniche tradizionali, specie nel caso vada a sostituirle completamente. È il caso di diversi anime recenti realizzati completamente (o quasi) in CGI, come le 2 recenti serie di Berserk del 2016 e 2017, in cui sono evidenti i problemi dettati dall'utilizzo di una tecnologia senza avere un budget ed un know how adeguato: i risultati pessimi sono facilmente visibili da tutti, ed anche se molti hanno mostrato di apprezzare la serie nonostante lo scempio grafico resta comunque il fatto che tale serie è un abominio dal punto di vista tecnico, registico e stilistico.

Un esempio tra i tanti...si ride per non piangere


Qualcuno potrebbe obbiettare che probabilmente sarebbe stata una pessima serie anche se animata in maniera convenzionale, tuttavia non possiamo saperlo per certo: ci sono esempi di serie animate realizzate in maniera tradizionale che "fanno schifo al cazzo" (si veda "Mila e Shiro - il sogno continua"), ed anche alcuni episodi di anime come Dragon Ball Super hanno mostrato che la fretta ed un budget non adeguato possono creare mostruosità a prescindere. Il problema (e limite) principale rimane però ad oggi quello di creare tramite la CGI un anime che sia paragonabile come qualità e come aspetto agli anime fino ad ora realizzati con tecniche tradizionali, cosa non impossibile, ma fino a questo momento non si può dire che sia avvenuto, o comunque non in maniera efficace. Il problema principale della CGI è che essa è costosa, ma il budget degli studio che realizzano anime di solito non è molto elevato, e così ci si trova di fronte ad un'opera che vorrebbe ambire ad essere un blockbuster hollywoodiano, ma il risultato finale è qualcosa come "Sharknado", un prodotto di serie B che però nel caso degli anime non è "trash", è semplice spazzatura. 
In molti anime recenti la CGI è stata utilizzata con alterno successo per realizzare animazioni di oggetti meccanici o inanimati,  cosa alquanto sensata da un certo punto di vista, anche se spesso si è notato la difficoltà di amalgamare le parti realizzate in CGI con quelle realizzate in animazione tradizionale: il risultato finale è un guazzabuglio discontinuo e disomogeneo che per lo spettatore più navigato è come "un pugno in un occhio", ovvero risulta brutto da vedere, per usare termini terra terra.

Questo è un esempio di oltre 10 anni fa, ma resta comunque abbastanza emblematico di come la CGI possa essere brutta da vedere

Un esempio molto più recente di come una CGI realizzata al risparmio risulti brutta e poco armonizzata con il resto di un anime!

Cyborg 009 - Call of Justice, completamente realizzato in CGI, il risultato finale non è troppo esaltante, specie confrontandolo con il contemporaneo Cyborg 009 vs Devilman (che comunque contiene alcune scene in CGI)

Ci sono diverse serie animate occidentali realizzate completamente in CGI che sono gradevoli da vedere, cbe funzionano, tecnicamente non molto complesse, e molto probabilmente non molto costosi da realizzare, mentre invece in ambito giapponese gli esempi davvero validi sono pochi: si potrebbe pensare che è "questione di tempo" e pratica, che ci vuole insomma pazienza prima di vedere risultati apprezzabili,  tuttavia l'animazione nipponica è in un periodo di crisi profonda, visto che le vendite di dvd e bluray non sono talvolta sufficienti a coprire le spese di produzione di diversi anime. Non per nulla da diversi anni gran parte delle serie prodotte non sono più lunghe di 12-13 episodi, anche perché rischiare di produrre serie più lunghe può essere molto rischioso dal punto di vista finanziario. 

Siamo insomma arrivati ad un periodo storico in cui ci sono poche opere animate in grado di fare soldi (si veda ad esempio l'ultimo film di Makoto Shinkai, Your Name, oltre 350 milioni di $ di incasso), mentre perfino serie tratte da manga noti vengono adattate in maniera frettolosa e con budget ridicoli. Il denaro sembra scarseggiare, insomma, ma l'industria dell'entertaining macina comunque cifre importanti: Netflix aumenta il suo numero di abbonati di mese in mese, grazie alla sua offerta di film, serie tv e serie animate, che provvede anche a finanziare in prima persona: che sia dunque Netflix l'unica in grado di salvare molti studios di produzione anime nipponici? Difficile dirlo, di sicuro il mercato interno giapponese è divenuto un campo minato: le vendite di dvd e bluray calano di anno in anno, e questo porta chiaramente a porre molte domande sul futuro del settore. Curiosamente invece il settore manga e videogiochi ha visto aumentare gli introiti (non in maniera esponenziale, ma comunque stabile): le vendite di riviste-contenitore storiche come Shounen Jump sono calate, ma le vendite di volumi sia in formato fisico che digitale (in crescita) si mantengono forti.

Per concludere, probabilmente in futuro l'uso della CGI negli anime permetterà di ridurre tempi e costi di produzione, e, si spera, gli studi nipponici diventeranno molto più bravi di quanto lo sono ora. Nel frattempo però verranno prodotte molte serie  schifezze dalla qualità discutibile, cosa che potrà risultare poco rilevante per chi guarda in maniera poco attenta gli anime, ma per chi sono anni (se non decenni) che segue in maniera più o meno critica l'animazione giapponese (o anche quella di altri paesi) la transizione è piuttosto "dolorosa", e soprattutto è orribile spesso a vedersi. Qualcuno potrà dire che le mie critiche possono sembrare simili a quelle di chi negli anni '70 parlava male degli anime perché "fatti al computer" (dichiarazione folle, fatta senza nemmeno sapere come gli anime venivano effettivamente realizzati), e non è nemmeno neo-luddismo mal celato, è proprio una questione di principio: piuttosto che realizzare anime con una pessima cgi sarebbe meglio non realizzarli proprio!