martedì 12 settembre 2023

C'era una volta...Cinderella Boy

Tratto da un manga breve pubblicato nel 1980, dalla penna di Moneky Punch, già autore di Lupin III, seguito poi  da un altra breve serializzazione nel 1982, Cinderella Boy è un anime del 2003, che ormai ha esattamente 20 anni sul groppone (a settembre 2023). Ma, a differenza di Lupin, questa serie non è certo altrettanto nota al grande pubblico, nonostante un passaggio televisivo su MTV all'epoca (2004) e qualche replica seguente. I motivi sono principalmente 2: il primo è che si tratta di una serie corta, solo 13 episodi sono stati prodotti infatti, e il secondo è che si tratta di una serie che non eccelle particolarmente in nulla (non è orribile, ma ha diversi problemi, come spiegherò non seguito).

Dicevo che quest'anime è tratto da un vecchio e breve manga, talmente breve che Monkey Punch fece in tempo ad introdurre solo i 2 protagonisti (più alcuni antagonisti secondari). In questa versione Ranma e Rella condividono sempre lo stesso corpo dopo un incidente quasi mortale, e l'uno diventa l'altra allo scoccare della mezzanotte e viceversa come nell'anime, ma in questa versione hanno anche alcuni poteri in più. Il manga inoltre sembra molto più violento, ed il tono è di gran lunga più serio. Il design dei due protagonisti rimane comunque simile a quello del manga.

E dunque, qual è il problema principale di Cinderella Boy (anime)? Come già accennato prima si tratta di una produzione che non brilla per qualità di animazioni, disegni e nemmeno per le storie. Sembra uno di quei tanti anime prodotti in quegli anni con un budget limitato: alcuni episodi ne soffrono più di altri ovviamente, ma in generale non è certo una serie che brilla per il suo comprarti tecnico. E le storie...le storie sanno di già visto, anche per l'epoca. Alcune sembrano perfino riciclate da anime di gran lunga migliori (tipo quello dell' attrice famosa che vuole passare un giorno da ragazza "normale"). Ci sono scene in cui un personaggio legato alla protagonista è morente, ma è disegnato così male che è difficile prendete il momento drammatico sul serio. Dove l'anime invece riesce a brillare di luce propria è invece con in momenti più comici: alcuni personaggi secondari infatti risultano piuttosto divertenti, ma sono purtroppo poco utilizzati durante la serie. Altri personaggi misteriosi vengono anche sottoutilizzati, e questo è anche un peccato. Forse si puntava ad una seconda stagione per approfondire questi personaggi, ma era chiaro fin dal principio che questa serie non avrebbe avuto chance di avere un seguito. Fosse stata prodotta e realizzata negli anni '80 o '90 forse forse ci sarebbe stata qualche chance. O ancora meglio con un budget superiore. Certamente non mancavano serie TV migliori all'epoca: ad esempio GUNGRAVE, serie realizzata con il design dell'autore di TRIGUN (spesso erroneamente attribuita a lui stesso), che per qualche ragione non è stata importata in Italia, nonostante fosse una bomba! Nel 2003 c'erano anche serie come LAST EXILE, che certamente era su tutt'altro livello.

Insomma, Cinderella Boy non aveva molte speranze fin dal principio. Però non è una serie completamente da buttare: come già evidenziato ci sono parti divertenti, la premessa è senz'altro valida e la dinamica tra Ranma e Rella che condividono uno stesso corpo è divertente anch'essa. Tra l'altro Moneky Punch aveva creato un personaggio di nome Ranma capace di cambiare sesso diversi anni prima del Ranma di Ranma 1/2 (ovviamente le circostanze sono completamente differenti).

Poteva diventare una grande hit, o magari almeno un classico di culto, come PROJECT A-KO, o NUKU NUKU (l'androide ragazza gatto), se realizzato con più cura. È quindi un anime che la maggior parte del pubblico  può tranquillamente ignorare, tuttavia ha qualche buon momento, si lascia guardare senza problemi. Se dunque avete qualche ora da perdere dateci un'occhiata, forse ve ne pentirete, forse no. Se invece non avete tempo da perdere leggete almeno il capitoletto del manga realizzato da Monkey Punch 43 anni fa ormai, per vedere le potenzialità che aveva questa storia! È strano che il manga non sia potuto continuare, poteva diventare qualcosa non dico di memorabile come Lupin, ma certamente una serie rispettabile di qualche volume almeno. 

domenica 3 settembre 2023

La più completa collezione di disegni animati giapponesi!

 


Slogan che fa sorridere oggi, ma negli anni '90 gli anime non erano ancora noti come "anime". In gente si usava la dicitura "animazione giapponese", "cartoni animati giapponesi", mia madre li chiamava "cartoni malati" (ottima dicitura tra l'altro). Per noi che li guardavamo erano semplicemente fantastici, lontani anni luce dai prodotti animati occidentali, molto più provocanti e con le storie più svariate possibili: da anime sul calcio o sul baseball, a quelli sulle ragazzine che si trasformavano in cantanti pop di successo, ai cartoni post-apocalittici di arti marziali e via dicendo. Gli anime insomma ebbero successo perché trattavano un po' qualsiasi genere (volevate vedere il cartone sul golf? C'era anche quello, si chiamava "Tutti in campo con Lotti"!). In confronto i cartoni americani sembravano noiosi, ripetitivi, visti uno, visti praticamente tutti. Non che gli anime non soffrissero di una certa ripetitività pure loro (si veda l'era dei robottoni), ma venivano prodotte così tante serie ogni stagione che era quasi impossibile non trovare qualcosa che non fosse di proprio gradimento. E questo anche considerando che forse meno di 1/10 degli anime prodotti in Giappone sono arrivati in Italia (mortacci loro!). In home video si doppiava e pubblicava un po' di tutto, ma in particolar modo serie brevi, film, OAV e simili. Era inevitabile, perché le serie lunghe erano più costose e rischiose. Ci sono voluti letteralmente decenni per avere Lupin completo in home video. Più o meno completo ovviamente. Ricordo che negli anni '90 uscivano le VHS di certi anime in edicola, 2 micragnosi episodi per ogni cassetta, immaginate la spesa per completare una serie come Ken il guerriero e Uomo Tigre (più di 100 episodi cadauna). E anche lo spazio necessario per conservare una serie completa non era indifferente. Al giorno d'oggi ci possono mettere anche 13 episodi su un disco solo (bluray), ma all'epoca non era così semplice. Una VHS poteva occupare lo spazio di un cofanetto DVD/bluray (26 o 52 episodi), assurdo! Non che in passato non pubblicassero DVD che contenevano solo 2 o 3 episodi ciascuno, sia chiaro, e poi ci si ritrovava con scaffali interi occupati da una manciata di serie. Se come me eravate squattrinati non c'era problema, ma a volte capitava di trovare qualche offerta imperdibile, specie quando cominciarono a far fuori le VHS perché ormai obsolete, all'inizio degli anni 2000. C'erano videonoleggi e negozi che vendevano le VHS a pochi spiccioli, da 2 a 5€ per cassetta, o 10/20€ per brevi serie complete. Ma quello era un "fuori tutto", sempre apprezzabile, sin intende, ma un evento eccezionale: nel frattempo i DVD delle serie nuove costavano abbastanza, anche 20/30€ per 2/3 episodi, come era già prassi per le VHS (le famose 40 mila lire). 10€ ad episodio insomma, con poche eccezioni. Chiaramente più una serie era vecchia più si "svalutava" del suo valore intrinseco: ad un certo punto Yamato Video mise in vendita anche cofanetti anime a 20€ cadauno. Serie abbastanza vecchie come Sam Ragazzo del West, D'Artagnan e i cavalieri del re, e altre che non ricordo. Un prezzo tutto sommato più che onesto, per serie che ormai non venivano neppure più trasmesse in TV da molto tempo, in certo casi. Cofanetti del genere finirono sold out in breve tempo, non subito ovviamente, perché a comprare DVD e Blu-ray sono comunque in pochi, ma abbastanza in fretta rispetto ad altre uscite a prezzi maggiori. E probabilmente le copie disponibili non erano tantissime. Altre serie anime più brevi vennero invece vendite a 10€ o anche meno, tanto per liberarsi delle copie rimaste sul groppone. Una tattica senza dubbio intelligente. Ancora oggi si trovano alcune di quelle serie a pochi euro su eBay o su Amazon, come ad esempio l'ottima quanto sottovalutata Macross Plus. Ma quelli sono giusto scampoli di un passato glorioso, quando l'home video italiano era ancora abbastanza vitale (qualcosina esce ancora oggi, ma per lo più serie vecchie o film animati più o meno interessanti). Giusto di recente sono usciti i primi cofanetti di Dragon Ball Super, 350€ per tutta la serie completa. Non credo che spenderei più di 50€ personalmente. Cavoli, una serie così brutta ed inutile non la vedevo da molto tempo. Ma si sa, Dragon Ball è sempre Dragon Ball, e le merda è sempre merda. Visto che il QI degli spettatori attuali di Dragon Ball è abbastanza basso non è certo un mistero il motivo per cui anche Super ha avuto successo. Che poi mi si dirà che anche il vecchio Dragon Ball era pieno di stronzate galattiche: MA SICURO! Però erano stronzate originali. Adesso invece si riciclano le vecchie idee, e perfino i personaggi dei film animati, come Broly. Quand'ero giovincello Dragon Ball (manga) fu via via sostituito da altri manga più recenti, tipo Yu Yu Hakusho, Ushio e Tora, Hunter x Hunter e via dicendo. Nel frattempo però l'anime stava conoscendo finalmente la popolarità che meritava, verso la fine degli anni '90. Io detestavo l'anime, perché diluivano maniera impressionante la storia (42 volumi diventarono più di 400 episodi!), aggiungendo filler all'interno degli episodi stessi, tanto per allungare il brodo. Ho sempre dunque preferito leggere il manga proprio per questo motivo, ed anche perché l'adattamento era un po' troppo edulcorato per i miei gusti. I bambini che ovviamente non avevano mai letto il manga si gasavano sentendo "onda energetica vai" ed altre amenità del genere ("cannone speciale" anche era piuttosto divertente). Dynamic Italia aveva pubblicato tutti i film di Dragon Ball, con un doppiaggio valido ed un adattamento fedele, com'era da loro prassi, tant'è che avrei preferito avessero doppiato loro tutta la serie TV. Utopia ovviamente. Forse il doppiaggio Dynamic Italia era un po' troppo "serio" però. Nel senso sembra di sentire Vittorio Gassman che doppiava vari personaggi. Il doppiaggio di Mediaset invece è sempre stato più alla buona: non svaccato come quello di SLAM DUNK per fortuna (anche perché c'erano più parolacce li che in tutte le scuole media italiane, non so cosa gli fosse preso), ma comunque più alla portata dei giovani spettatori. Comunque pareva strano sentire voci così differenti sugli stessi personaggi. Rai2 trasmise un Natale i film di Dragon Ball, poi qualche tempo dopo anche Mediaset fece ridoppiare gli stessi film con i doppiatori della serie TV e li ritrasmise su Italia 1. La differenza di adattamento e voci era ancora più marcata in questo caso. Si sa che l'adattamento televisivo veniva fatto in genere per un pubblico di bambini, anche quando un anime aveva un target più elevato. Inoltre in Giappone erano (e sono ancora) più tolleranti con la nudità, a parte quella dei genitali, che è out anche nelle opere per adulti ) che vengono dunque censurate. La prima serie di Dragon Ball vedeva diverse scene in cui Bulma appariva nuda, e dunque bisognava per forza censurare. Ironia della sorte nei film di Dragon Ball penso che nei film non ci fosse alcuna scena di nudo. In Dragon Ball Z invece non c'era alcuna nudità, ma in compenso la violenza era piuttosto marcata, specie all'inizio (poi si lanciano colpi energetici in grado di distruggere un pianeta in un secondo...,). Ovviamente su Mediaset censurarono tutto quello che potevano censurare, soprattutto il sangue, prassi già consolidata da tempo, oltre a limare un po' il tono dei dialoghi. Nonostante tutto però Dragon Ball divenne un successo anche in Italia. Era forse dai tempi di Saint Seiya e Sailor Moon che non si vedeva un successo del genere. E poi ci sarebbe stato Dragon Ball GT, che pure riscosse un successo limitato. Con Dragon Ball GT sembravano stessero scavando il fondo del barile, ma mi sbagliavo, fecero molto peggio con Dragon Ball Super. 

sabato 2 settembre 2023

Le amate/odiate videocassette - una breve cronistoria

 


Chi era già nato e abbastanza grande da usare un telecomando negli anni '80 e '90 (ed in parte anche i primi anni del 2000) certo si ricorderà delle malefiche VHS, le videocassette, tecnologia che permetteva di vedere e registrare video su nastro, estensione delle musicassette (o semplicemente cassette). Credo che ad un certo punto ci fosse almeno un videoregistratore in tutte le case italiane, così come c'era almeno una TV. A casa mia il videoregistratore arrivò credo alla fine degli anni '80, o inizio '90, non ricordo con esattezza, ma fu un ottimo acquisto, perché permetteva di registrare programmi (soprattutto film) che finivano spesso molto più tardi di quando dovevo andare a letto (in genere prima delle 10, se non proprio 9:30). Si dimostrava altresì utile quando si era via da casa e si voleva a tutti costi vedere poi un programma (in genere un cartone animato ovviamente), e per tutti quei programmi che in teoria si voleva rivedere più volte (come ad esempio dei concerti o il mitico Festivalbar). Ricordo che una volta andai in gita per quasi una settimana, e meno male che c'era il videoregistratore, altrimenti mi sarei perso le puntate di SLAYERS TRY che mi piaceva tanto. Altre volte dovevo aiutare mio padre in qualche lavoro nei campi, ed ecco che il videoregistratore era sempre utile, anche durante le vacanze estive. Eh già, non avevo tante VHS con film o altri programmi acquistate bei negozi specializzati, ma in compenso avevo un bel po' di VHS una volta vergini, piene di registrazioni. In realtà non erano tantissime all'inizio, perché costavano comunque un po' anche loro, ma mi limitavo a registrarci sopra all'occorrenza. Solo che, come mi accorsi poi col tempo, le VHS si rovinavano sia registrandoci sopra, sia solo guardandole anche una sola volta. Dopo una decina di volte il danno era già visibile. Figuriamoci dopo molte visioni e registrazioni. A volte poi il nastro veniva letteralmente "mangiato" dal videoregistratore, ed addio videocassetta (ed a volte anche videoregistratore!). Le VHS si confermarono un supporto poco affidabile sul lungo periodo, ma non c'era ancora di meglio, e non ci sarebbe stato ancora per molto. Nel 1996 era stato infine creato il DVD, supporto universale su disco che avrebbe dovuto sostituire la comoda, ma con fin troppi difetti, videocassetta (ed anche il laserdisc in Giappone). Il DVD però era, per il momento, un supporto di sola lettura, il che voleva dire che non avrebbe potuto sostituire interamente le VHS, almeno per il momento. Nei primi anni del 2000 ero molto ansioso di poter finalmente passare completamente al digitale, ma purtroppo non era così facile: i registratori digitali con hard disk costavano ancora parecchio, quelli con DVD intorno ai 100+€, e quello che comprai io era decisamente inaffidabile! Non solo a volte NOn registrava i programmi, ma poi dopo pochi mesi non si accese più. Dopo averlo fatto riparare in garanzia lo usai solo come lettore DVD (roba che costava 30€ o poco più all'epoca), e poi lo vendetti a 10€ anni dopo. Non ricordo nemmeno la marca, ma certamente era abbastanza atroce. A quel punto erano ormai gli anni in cui internet era abbastanza veloce per scaricare video in tempi ragionevoli, quindi se mi interessava vedere qualcosa potevo sempre trovarlo sul web, a quel punto. Il web diventò insomma una specie di videoregistratore on demand. Di lì a breve sarebbe arrivato il digitale terrestre, ovvero la TV digitale, in MPEG2 simile ai DVD, ed in seguito MPEG4, in alta definizione finalmente. Il digitale terrestre significava che spesso le TV potevano registrare il flusso audio/video su un hard disk o chiavetta USB esterna, cosa molto comoda. Ma c'erano dei problemi: a volte la TV doveva essere accesa per poter incominciare a  registrare, o non si spegneva automaticamente alla fine della programmazione. Inoltre, specie nelle TV più recenti, il file non poteva essere editato, in quanto riproducibile solo sulla TV da cui era stato registrato. Nelle TV più vecchie non c'è questo problema, è tutto libero, non c'è nulla di criptato, ma in quelle più recenti, per legge, i file devono essere criptati (ore prevenire la pirateria). Nel frattempo i malandrini dello streaming pirata però non hanno tanti problemi a condividere contenuti video in teoria protetti. 

Era comodo registrare e salvare i programmi preferiti in formato digitale MPEG2: ci sono infatti diversi programmi in grado di tagliare ed incollare spezzoni video senza perdita di qualità ed in maniera veloce. Cosa che invece non è possibile fare con le VHS ovviamente: è possibile realizzare una copia da videoregistratore a videoregistratore, con una certa perdita di qualità, si intende, a velocità normale di solito. Ecco, perché se c'era una cosa che faceva imbufalire gli utenti era la progressiva perdita di qualità: un file MPEG2 o un disco DVD si può riprodurre un milione di volte, ed ogni volta la qualità rimane la stessa, mentre una VHS riprodotta anche solo una dozzina di volte diventava più o meno inguardabile. Il nastro si rovinava progressivamente sempre più. Anche con le musicassette era così, ma in proporzione sembravano più resistenti.

Ad un certo punto della mia vita decisi pure di tentare di archiviare digitalmente la marea di VHS registrate che avevo: un'impresa titanica, ed abbastanza inutile tutto considerato, perché la maggior parte di ciò che volevo digitalizzare sarebbe stato comunque disponibile in rete o in home video ad una qualità decisamente maggiore di quello che potevo raggiungere con una scheda video di acquisizione ed i codec video disponibili all'epoca. Già nel 2005 infatti si potevano scaricare dal web numerosi film e serie TV, l'unico limite era la propria connessione internet ovviamente. Digitalizzare programmi TV a bassa qualità diventò a quel punto una perdita di tempo. Ciò che all'epoca non capii era che non era importante preservare i programmi più noti e famosi, ma quelli che all'epoca non interessavano a nessuno, o che non sarebbero mai arrivati in home video: ad esempio spezzoni di programmi che non sarebbero stati mai replicati, o replicati solo poche volte. Perfino le pubblicità sarebbero divenute "preziose" con il tempo, visto che la maggior parte di esse durava qualche stagione, al massimo qualche anno. Tant'è che ci sono canali YouTube dediti proprio a "salvare" le vecchie pubblicità. La nostalgia ha sempre il suo mercato in fondo. E poi è interessante anche "studiare", analizzare vecchie trasmissioni e pubblicità. Se fossi un pubblicitario perderei un sacco di tempo a vedere come i miei colleghi del passato cercavano di convincere le persone a comprare un certo prodotto. Ovviamente i tempi sono passati, la comunicazione ed il marketing sono differenti, la società è anche differente, ma credo si possa imparare ancora qualcosa dal passato. Tra l'altro dovrei avere ancora molti DVD e CD di mie registrazioni da VHS, ma è tutta roba che ormai non ha alcun valore, che non interessa a nessuno, perché si può trovare a qualità più elevata abbastanza facilmente. 

La cosa interessante è che alcuni doppiaggi italiani sono praticamente introvabili: parlo ad esempio del secondo doppiaggio di Ranma, quello brutto, oppure il primissimo doppiaggio di Lupin della prima serie. Ma anche doppiaggi di anime usciti solo in VHS, che certo si trovano ancora usate, ma per quanto tempo? Considerando che i nastri non durano in eterno, è questione di tempo perché questi doppiaggi spariscano. Ovviamente neppure DVD e Blu-ray durano in eterno. Dicono che i DVD possono durare una cinquantina d'anni, forse anche 100, ma sarà vero? Di sicuro ci sono DVD che esistono ormai da quasi 30 anni, o comunque più di 20, perfettamente funzionanti. Quindi finché esistono quelli non c'è problema (in teoria). Ma il resto? Ad esempio esiste un doppiaggio di Nausicaa trasmesso dalla Rai negli anni '80, che esisteva in rete almeno una ventina di anni fa, ma a cercarlo oggi sembra introvabile. Non era un grande doppiaggio ma era comunque interessante. Stessa cosa per il primo doppiaggio di Mononoke Hime (vabbè che quello era uscito almeno in VHS). Ci sono anche doppiaggi di anime così mal fatti da diventare dei capolavori di comicità involontaria.


In buona sostanza le VHS sono ormai un ricordo di un passato ormai trapassato: se infatti gli audiofili amano ancora molto i vinili (nonostante i molti difetti e problemi), le VHS non saranno mai rimpiante dai cinefili, per i motivi finora elencati. Tuttavia le VHS ancora in circolazione contengono chissà quanti "tesori" che rischiano di andare perduti. Senza contare l'enorme patrimonio di riprese amatoriali, che in gran parte andranno perdute (forse a nessuno interessa il filmino della mia Cresima, ed infatti credo di non averlo più, ma sono certo che ci sono riprese interessanti, anche dal punto di vista storico, che sono andate perdute).

venerdì 1 settembre 2023

Street Fighter II V - la serie animata di Street Fighter che non ricorda più nessuno!

 


Ecco un'altra pubblicità di serie anime in VHS, stavolta quella di Street Fighter II V, serie che in teoria avrebbe dovuto sbancare alla grande, ma in pratica non era il massimo. Poco tempo prima era uscito in TV la serie animata di Virtus Fighter, trasmessa su Junior TV/JTV, che aveva riscosso un certo successo, nonostante Virtua Fighter non fosse una serie di picchiaduro nota come SF. La serie era stata raccolta in VHS da Hobby&Work, e non è  mai stata resa disponibile in DVD o altro supporto digitale. SFII V invece fu pubblicato in home video da Dynamic Italia, come si può vedere in 14 uscite a circa 24,000 lire cadauna. Molto meno di altre serie vendute a 39,900 per 2 episodi, poco più di 40 minuti di video per ciascuna videocassetta. Poi pare fu raccolta anche in DVD nel 2010, ma ovviamente il cofanetto è fuori produzione e difficile da trovare, a meno che non si voglia spendere almeno 100€. Sempre meno dei 180€ necessari per comprare le VHS all'epoca comunque. Io in ogni caso mi accontentai della versione che trasmettevano in TV, che però era abbastanza censurata, almeno su LA7, da quello che mi ricordo. A parte le censure sempre sgradevoli la storia non è che fosse poi un granché, tant'è che preferivo guardare piuttosto Virtua Fighter che quest'anime. Certo che rispetto alla versione americana di Street Fighter II, questo era un capolavoro, ma non l'avrei scoperto che molti anni dopo, guardando gli spezzoni video su YouTube. Ma all'epoca le informazioni su quello che trasmettevano all'estero erano poche e confuse. Inoltre a non molti interessava quello che veniva dall'America ormai, considerando tutti gli anime che stavano per arrivare ed erano arrivati dal Giappone. Negli anni '80 era diverso: un sacco di cartoni animati avevano riempito l'infanzia di molti bambini italiani all'epoca, ma negli '90 ciò stava certo per cambiare. Già verso la fine degli anni '80 il successo de I Cavalieri dello Zodiaco, anche a livello di merchandising, aveva spostato la bilancia nettamente verso le produzioni nipponiche. Ed in seguito serie come Sailor Moon confermarono che la nippomanoa stava ormai prendendo piede. Intendiamoci: serie come Candy Candy, Georgie, Anna dai capelli rossi, Heidi e quelle dei robottoni avevano avuto successo anche prima di queste, ma non erano riuscite a scalzare totalmente le serie animate americane. Negli anni '90, con l'avvento di altre pietre miliari come Dragon Ball e poi tutti gli anime su MTV, le cose cambiarono decisamente. La new wave dell'animazione (che però comprendeva anche anime relativamente vecchi come Dragon Ball appunto) stava rivoluzionando il mercato video italiano. E non solo anime per bambini/ragazzini. Ricordo ancora l'arrivo di City Hunter su reti private minori nel 1997, con 10 anni di ritardo rispetto alla trasmissione in Giappone (che ormai aveva archiviato la serie già nel 1991, anche se alcuni special furono prodotti anche dopo). City Hunter, una serie "adulta" in molti sensi: il protagonista maniaco sessuale, ma anche un pistolero che non sbaglia mai un colpo. Una serie che nessun altro paese avrebbe mai potuto creare. A proposito di maniaci sessuali: nel frattempo avevamo già visto all'opera il mitico Lupin, il detestabile Happosai, vero e proprio essere ignobile, lascivo e senza speranza, e il giovane Ataru Moroboshi in Lamù. Ed ovviamente c'era anche il maestro Muten, in Dragon Ball, l'eremita delle tartarughe. Eh già, i giapponesi hanno sempre avuto una predilezione per personaggi del genere, tanto da renderli protagonisti, e non antagonisti. Dicevo City Hunter comunque: all'epoca sapevo a malapena che esistesse il manga, fortuna che lo comprava un mio amico, che poi me lo prestó. Mi prestó anche il seguito, almeno i primi volumi, ma non mi piaceva molto. Comunque: da noi arrivò a fine anni '90 una serie che era stata concepita in pieni anni '80! Era chiaro che doveva essere un successone, oppure un megaflop. Ed infatti prima della trasmissione in TV il manga in Italia non stava andando tanto bene: le vendite languivano, e alla Star Comics (la casa editrice che lo pubblica al tempo) già cominciavano a pensare di aver puntato sul cavallo sbagliato. Invece City Hunter aveva bisogno solo di un po' di aiuto ad ingranare. Il suo autore sarebbe poi diventato molto famoso in Italia. E pensare che negli anni '80 un altro suo anime era già arrivato in pompa magna: sto parlando di Occhi di Gatto (in originale Cat's Eye), che aveva riscosso un buon successo di pubblico. Solo che Occhi di Gatto era relativamente poco violento, mentre in City Hunter morivano parecchi personaggi, specie all'inizio della serie, buoni e cattivi. Ma se parliamo di violenza siamo comunque sempre due gradini sotto a Ken il guerriero e Uomo Tigre. Meno male che poi City Hunter ha trovato il successo che meritava anche in Italia.
Ecco, parlavo di Street Fighter, e sono finito a parlare invece di City Hunter. Forse perché è comunque un anime più interessante. Eh già, perché se animazioni e disegni non sono certo male in SFII V, è la storia il problema maggiore. Una storia in cui Ryu e Ken non sono ancora in grado di usare le mosse speciali, e per imparare ci mettono diversi episodi. Una noia mortale insomma. Quasi quasi era meglio il film dal vivo del 1994!
Sicuramente il film animato di Street Fighter dello stesso anno. Curiosamente nella versione USA cambiarono la colonna sonora, inserendo canzoni di band americane in voga al momento, tipo Alice in Chain, Silverchair e gruppi simili. Non ricordo se la versione italiana presentava la colonna sonora originale o quella cambiata dagli americani. Certo è curioso inserire canzoni rock e grunge famose in un anime giapponese. Vabbè che in un film di Bruce Lee hanno inserito un pezzo di canzone dei Pink Floyd...!
La versione integrale di Street Fighter II V venne dunque pubblicata in home video da Dynamic Italia, alla "modica" cifra di 24,100 lirette, che moltiplicato per 14 VHS significava 337,400 lire, non moltissimo per lo standard dell'epoca, ma nemmeno poco, e tutto questo solo per vedere un po' di sangue e (forse) un po' di fanservice. Certo, siamo lontani dal mezzo milione di lire necessarie per Evangelion, ma Evangelion era un anime decisamente più interessante. I cofanetti usciti in DVD costavano invece molto meno: in genere meno di 100€ per serie di 26 episodi. Ma per serie nuove inevitabilmente il prezzo saliva, e non di poco. Al giorno d'oggi vengono pubblicate poche serie nuove in home video, e spesso sono passate in TV o in streaming, cosa che aiuta a spalmare i costi del doppiaggio in maniera più intelligente (mentre un tempo quello che usciva solo in home video doveva per forza recuperare i costi dalla vendita di VHS o DVD).

I prezzi degli anime (in offerta) in Italia 24 anni fa!

 

Approfitto di una pubblicità che ho trovato in un vecchio Kappa Magazine per fare il punto della situazione anime verso la fine degli anni '90 (maggio '99 per l'esattezza). Questa pubblicità presenta solo anime Yamato Video però, si tenga conto che gli anime Dynamic Italia costavano in genere sulle 39,900 lirette, mentre quelli della Yamato 34,900 lirucce, a prezzo pieno, quindi trovare VHS con uno sconto maggiore del 50% non era certo male.  Ma analizziamo titolo per titolo, cominciando da quelli scontati a 14,900 lire.

Goshogun Etranger

Un film tratto dalla serie robotica Goshogun, da noi noto come Gotrinitron X, è un sequel ambientato più di 30 anni dopo la fine della serie, e non ci sono robottoni (anche perché nel finale della serie il robot se ne vola via nello spazio). Un anime decisamente onirico, in quanto è per lo più un sogno (o meglio, un incubo) della protagonista, finita in coma dopo un incidente automobilistico. Lo presi in VHS, credo approfittai proprio di questi sconti. Purtroppo mi pare che non sia stato mai portato su DVD.

Baoh (il visitatore)

Tratto da un manga dell'autore de Le bizzarre avventure di JoJo, Baoh è uno dei primi anime che ho visto di Yamato video. Non all'altezza di JoJo, ma certamente molto violento ed avvincente. La storia non è complessa, ma in fondo non ha importanza. Non ricordo se è stato reso disponibile in DVD qualche anno dopo. Di sicuro non lo è adesso.

Cyguard

Non so quasi nulla di questo anime, tranne che dovrebbe essere un OAV piuttosto violento a giudicare dalle immagini. Ovviamente NON è disponibile in DVD. Il doppiaggio italiano quindi andrà perduto.

Legend of Lemnear

Un tempo tutto quello che aveva il character design di Satoshi Urushihara valeva ORO, ma con il tempo quest'artista ha perso sempre più interesse da parte del pubblico, tant'è che oggi non se lo ricorda quasi nessuno (al di fuori del Giappone). Non credo ci sia una versione DVD italiana.

Kamasutra

Tratto da un manga di Go Nagai, si tratta di una versione sui generis ispirata all'omonimo libro hindu. Opera trascurabile, da guardare se si è grandi fan dell'autore o dell'animazione giapponese vecchio stile. Ovviamente NO versione DVD.

The Hard - il cacciatore di taglie

OAV iperviolento che fu probabilmente portato in Italia in virtù della sua violenza, ma c'è poca sostanza. Tratto da un manga giapponese di un certo successo, The Hard però non godette di altrettanto successo in formato animato, dimenticato dal tempo che scorre inesorabile. No DVD.

Patlabor - il film

Aaah, Patlabor, una serie che ebbe un certo successo in TV negli anni '90, tanto da convincere la Star Comics a pubblicare il manga, che però non vendette certo molto. I primi 2 ottimi film realizzati da Mamoru Oshii furono pubblicati invece in VHS, e sono disponibili anche in DVD, solo che sono ormai fuori produzione da molto tempo, e costano decisamente troppo. Idem per la serie TV ed OAV.

Bounty Dog

Ennesimo OAV di cui so poco o nulla, tranne che devi vederlo prima o poi. Dubito sia disponibile in DVD.


Per quanto riguarda gli anime a 19,900 lire abbiamo:

Macross - il film

Film cinematografico di Macross, che è sempre una gioia per gli occhi da guardare. Peccato che non sia disponibile in DVD né bluray! Ed è assurdo, perché è uno dei migliori film mai realizzati.

Lamù - il sogno

Suppongo che si tratti di Beautiful Dreamer, uno dei film di Lamù realizzati dal solito onnipresente (all'epoca) Mamoru Oshii. Questa volta non solo abbiamo il DVD, ma anche il bluray in alta definizione, pienamente disponibile e si trova anche a prezzi decenti in offerta.

Darkside Blues

Curioso OAV realizzato nel 1994, portato forse per caso in Italia pochi anni dopo, e diventato quasi un po' di culto, per quanto a molti non sia piaciuto molto. Personalmente l'ho apprezzato per quello che è, nonostante i vari difetti. Si trova in DVD, spesso solo usato, a prezzi relativamente contenuti, ma probabilmente aumenteranno in futuro.

Gall Force - La storia eterna

Non so nulla di questa serie OAV, se non che molto probabilmente no né mai stata pubblicata in DVD.

I vari film di Godzilla

Non sono una grande fan del lucertolozzo gigante più famoso del Giappone, quindi non so se questi film dal vivo siano disponibili in DVD. E poi essendo dal vivo mi interessano relativamente poco. Non che gli anime di Godzilla siano granché, si intende.


Tra i vari anime non listati direttamente, ma presenti in questa pubblicità, si possono riconoscere il primo film di Vampire Hunter D (il secondo sarebbe stato prodotto solo un anno dopo infatti), la mini serie OAV Super Atragon, che ovviamente non è stata pubblicata in DVD, Yu Yu Hakusho (qualche OAV probabilmente), Lupin (il film l'oro di Babilonia, disponibile in DVD e da poco anche in Blu-ray), Ninja Scroll (solo DVD, difficile da trovare però), Rocky Joe (probabilmente il film L'ultimo round, che si trova in DVD usato da qualche parte), più qualche altro anime che non ho visto. Ripeto: non so se Dynamic Italia fece un "fuori tutto" simile con i suoi titoli in VHS, di sicuro lo fece con qualche titolo DVD qualche anno dopo, ma questa è un'altra storia.


Nota: ho poi trovato pubblicità di videocassette Yamato Video a 39,900 lire, pensavo che la maggior parte fossero vendute a 34,900, non di più.