martedì 11 aprile 2017

[FILM] Seoul Station (2016) - il cineracconto

Parlare di un film come "Seoul Station" senza parlare di "Train to Busan" è una cosa fondamentalmente stupida, ecco perché lo farò, senza problemi, anche perché ho visto Seoul Station di recente, mentre Train to Busan vari mesi fa. Giusto per fare un po' di chiarezza, Seoul Station è una sorta di prequel animato di Train to Busan, entrambe i film sono stati realizzati dallo stesso regista, il talentuoso Yeon Sang-ho, sudcoreano classe 1978, già regista e sceneggiatore di vari film e corti animati, che è riuscito a balzare all'attenzione del mondo intero grazie appunto a "Train to Busan", pellicola apparentemente incentrata sull'ennesima apocalisse zombi, ma che in realtà è uno spaccato della società contemporanea, dell'egoismo delle persone e dell'incapacità di cooperare per superare eventuali pericoli: non a caso ambientata per la maggior parte su un treno, metafora da sempre della vita e della condizione umana. Molto differente invece Seoul Station, in cui l'azione si divide in varie zone della città di Seoul, tra cui appunto anche la stazione, che rappresenta in centro di raccolta di diverse umanità: senzatetto, giovani senza lavoro, criminalità di vario tipo...In mezzo a tutti i disperati si staglia la giovane Hye-Sun, che sopravvive di espedienti assieme al suo ragazzo, il quale però per poter pagare l'affitto le propone di far finta di fare la prostituta, e poi di scippare i propri clienti e scappare col maltolto.
Hye-Sun scopre che il suo ragazzo è un cretino integrale
Astutamente inserisce la foto della sua ragazza sul web, assieme al suo numero di telefono, ed ovviamente la cosa si rivelerà un errore madornale. Infatti il padre della giovane, che era scappata di casa, viene informato della cosa (da un detective privato?), e contatta il fidanzato/pappone, ignaro di cosa stia andando incontro. Quando i 2 si incontrano il padre non sembra molto contento di vedere il suo possibile futuro genero, e lo tempesta di botte e cazzotti, facendosi accompagnare all'appartamento dove i 2 giovani vivono, e dove dovrebbe trovarsi la ragazza. Ma, sorpresa, Hye-Sun non c'è: incavolata e delusa dal comportamento del suo ragazzo si è messa a girare per la stazione di Seoul, per sbollire la rabbia e riflettere sul suo amaro presente e sul suo oscuro futuro. Mentre cammina nei sottopassaggi della stazione all'improvviso vede un bel po' di persone che stanno fuggendo spaventate a morte, da una minaccia non molto ben chiara. Nel frattempo suo padre ed il suo ragazzo devono affrontare una piccola orda di zombi nel motel dove abitano i 2 giovani, e riescono per un pelo ad evitare di essere massacrati. Anche la ragazza è riuscita a fuggire, ed ora si trova all'interno di una cella in una stazione di polizia assieme ad alcuni barboni ed un poliziotto, circondata da zombi che vogliono farle la pelle.
Hye-Sun ed il vecchio barbone in una scena all'interno della stazione di polizia
Grazie all'intervento di altri poliziotti la ragazza ed un vecchio barbone riescono a sfuggire alle grinfie degli zombi assatanati, e vengono caricati su un'ambulanza per essere portati all'ospedale più vicino. Sull'ambulanza Hye-Sun trova finalmente il tempo e la calma per contattare il suo ragazzo, al quale dice che si stanno dirigendo verso l'ospedale. Dopo aver sentito i paramedici discutere sul fatto che molti pazienti ricoverati sembrano essere piuttosto strani, e che molti di loro cercano di mordere le altre persone ed il personale dell'ospedale, il vecchio sbarella e cerca di far fermare l'ambulanza, avendo capito che l'ospedale non è un luogo sicuro, in quanto ormai probabilmente infestato da feroci creature. Purtroppo l'ambulanza si ribalta, ma il vecchio e la ragazza ne vengono fuori (abbastanza) incolumi. Il vecchio senzatetto cerca allora rifugio nel sottosuolo, nelle stazioni della metropolitana, dove ha vissuto per diversi anni, e dove spera di trovare un luogo sicuro. La ragazza lo segue, anche perché non saprebbe altrimenti dove andare. Nel frattempo suo padre ed il suo ragazzo sono arrivati all'ospedale, ma ben presto si accorgono che è diventato una gigantesca trappola piena di zombi. Sconfortati, cercano di raggiungere un luogo sicuro anche loro. Il vecchio e la ragazza scoprono intanto che anche le stazioni della metro sono infestate dai mangiacervelli, e riemergono in superficie. La ragazza si mette a piangere, dicendo che vorrebbe tanto poter tornare a casa. Il vecchio le risponde che lui una casa manco ce l'ha, e si mette a piangere pure lui.

Hye-Sun guarda inorridita le stazioni della metro ormai in balia degli zombi.
I due arrivano così in un vicolo, in cui si sono asserragliate diverse persone, da un lato ci sono orde di zombi, dall'altro la polizia in tenuta anti-sommossa che non lascia passare nessuno, né umano né zombi, dimostrando una comprensione dello stato di emergenza degna di un macigno in mezzo ad un'autostrada. Hye-Sun riesce a contattare il suo ragazzo e suo padre, i quali cercano di passare il blocco della polizia, ma non c'è verso. Arriva poi anche l'esercito, ben armato ed attrezzato: il vecchio senzatetto cerca di oltrepassare le barricate, ma gli sparano in mezzo al petto. Tempo di mormorare qualcosa contro il governo (non esattamente, ma giusto per rendere l'idea), ed il vecchio muore lasciando tutti sconvolti (non tanto per la sua morte, ma per aver capito che sono fottuti). Di lì a poco si riverserà un'ondata di zombi sugli inermi civili, mentre al di là delle barricate probabilmente l'esercito non ha nemmeno ben capito cosa sta succedendo. Fortunatamente la protagonista si salva in extremis, non senza il sacrificio di un baldo giovinotto che cerca di aiutarla! Vabbè, almeno è morto per una buona causa...
La protagonista, la cui vita è appesa ad un filo, letteralmente!
Hye-Sun riesce quindi a ritirarsi in un lussuoso complesso di appartamenti, che pare essere al sicuro dagli zombi. Una volta al sicuro chiama di nuovo il suo ragazzo, avvisandolo di essere riuscita a scampare al pericolo, e gli comunica la sua posizione. Sfinita da tutto quello che le è successo fino a quel momento, si addormenta. Viene svegliata poco dopo dal suo ragazzo, e per una volta tanto è felice di vederlo. Arriva anche suo padre, solo che veniamo a scoprire che in realtà (ATTENZIONE SPOILERONE)


non è suo padre, ma un suo ex pappone, che la stava cercando per un presunto debito che lei aveva nei suoi confronti. Dopo aver sgozzato il suo ragazzo senza troppi complimenti comincia la caccia alla ragazza sconvolta, che nel frattempo si è nascosta in un armadio. Purtroppo le sue impronte la tradiscono, ed il bruto finisce per prenderla a mazzate, calci e pugni a volontà! Non è chiaro se è per colpa delle percosse, ma ad un certo punto Hye-Sun muore. Il pappone cerca allora di rianimarla, disperato, ma ad un certo punto si accorge di alcuni graffi sulla sua caviglia. Troppo tardi, la ragazza si rianima e lo assale, prendendosi così una vendetta nei confronti del suo aguzzino e della vita (?). Partono i titoli di coda. Parte anche un FUUUUUUCK da parte mia!

(FINE SPOILERONE)

E niente, Seoul Station è un bel pugno nello stomaco, assestato agli spettatori ormai assuefatti dall'happy ending forzato (sì, sto parlando proprio con te, World War Z!). Non che "Train to Busan" avesse un finale allegrissimo, si intende, ma quanto meno era un finale che ti dava un po' di speranza (per l'umanità). "Seoul Station" invece è denso di disperazione e pessimismo: Hye-Sun conduceva una vita di merda prima dell'apocalisse, e dopo non fa che peggiorare, non c'è alcuna speranza salvifica, non c'è la cavalleria che arriva all'ultimo istante a salvarla, non riesce neppure a scappare dal suo passato che anzi la insegue fino al beffardo e crudele finale. Anche gli altri personaggi non hanno certo un destino migliore: si veda ad esempio il vecchio senzatetto, che cerca a tutti i costi di sopravvivere all'apocalisse zombi, perché è quello che ha fatto finora, sopravvivere giorno per giorno. Non ha casa, non ha amici, non ha parenti (almeno ciò non viene detto nel film), ma vuole comunque sopravvivere, e lo ribadisce esplicitamente poco prima di venir ucciso dai soldati dell'esercito coreano. Meno interessanti i personaggi del ragazzo della protagonista, che è di fatto un mollusco senza spina dorsale, non totalmente detestabile, ma comunque lontano anni luce dall'essere il tipico eroe che salva la damigella in pericolo (per quanto nel finale ci proverà, pur fallendo in maniera miserabile), ed il padre della protagonista, che si dimostrerà molto meno affettuoso ed amorevole di quanto si potesse credere.
E poi ci sono gli zombi, quelli del tipo veloce, quelli che anche se scappi su un tetto ti inseguono senza battere ciglio: insomma quelli peggiori possibili, già visti ormai in molti film ed opere più o meno recenti (tipo quelli di World War Z, per intenderci, o quelli visti in Dawn of the Dead di Zack Snider), e l'unico modo per fermarli è danneggiare loro il cervello, come da tradizione. Dato che il film è ambientato in Corea del Sud non ci sono nemmeno tante armi da fuoco a disposizione delle persone comuni: l'unico personaggio che ne usa una è il vecchio senzatetto, solo che i proiettili gli durano assai poco, e poi non gli resta che scappare. Altri personaggi si fanno strada con oggetti contundenti, ma in genere non gli resta che scappare, a gambe levate, se vogliono sopravvivere. Ed intanto l'esercito usa le proprie armi sui civili inermi...Per certi versi ricorda la situazione del film "28 giorni dopo", in cui i militari che dovrebbero difendere la popolazione civile inerme finiscono invece per causare quasi più danni degli stessi zombi!

Un primo piano di uno degli zombi di "Seoul Station"
Un'ultima riflessione: in Seoul Station non si respira tanto un'atmosfera di orrore in senso classico, ma soprattutto di angoscia. Angoscia per il destino della protagonista, angoscia per il destino dei vari personaggi secondari che cercano disperatamente di sopravvivere in mezzo al caos ed alla morte che avanza inesorabile. Come ho già scritto sopra, non c'è happy ending, non c'è redenzione, non c'è una morale specifica (che invece si può rintracciare in Train to Busan): se poi si decide di togliere gli zombi dalla trama resta comunque la storia amara di una ragazza in cerca (invano) di un'esistenza migliore.

Nessun commento: