domenica 3 settembre 2017

[Recensione] Death Note (2017)

Se Death Note fosse uscito al cinema sarebbe stato un flop epocale, roba al livello di Ghost in the Shell, per intendersi, e sarebbe stato un flop sicuramente meritato, visto che il film non è esattamente quello che si può definire un capolavoro. Il problema sta in una sceneggiatura confusa, in personaggi scritti male e recitati spesso anche peggio, in una regia al limite della denuncia ed in generale in un "prodotto" realizzato tanto per capitalizzare la fama dell'originale.
La visione di questo film non è stata però del tutto inutile, perché mi ha fatto apprezzare maggiormente l'opera originale, soprattutto alcuni passaggi che nel film erano semplicemente ridicoli, mentre nel manga/anime erano stati realizzati con estrema perizia.
Le cose peggiori di questo film? Partiamo dal personaggio di Mia, basato in maniera alquanto lontana su Misa, idol che diventa la fan numero 1 di Kira per motivi ben precisi. Mia invece è una cheerleader, compagnia di scuola di Light (Turner), e non si capisce quale interesse abbia a stare con Light. E' ammaliata dal Death Note, ma al contempo non è che abbia una motivazione reale che la spinga ad abbracciare la "filosofia di Kira": nel film la vediamo guardare un film della serie "Phantasm" (un film horror del passato piuttosto famoso) e chiedere dettagli riguardo alla morte di un loro compagno di scuola a Light, quindi si intuisce il suo gusto per il macabro, ma questo non giustifica in pieno il suo interesse per il Death Note, è insomma un personaggio piatto e privo di motivazioni credibili.

Light (Turner), il protagonista, è assai lontano dal suo omonimo giapponese: non ha un senso di giustizia distorto come il suo predecessore, utilizza dapprima il Death Note per alcune vendette personali, e poi, quasi per gioco, diventa il "giustiziere" noto come Kira. Durante tutto il film mi sono chiesto perché continuasse a tenere il Death Note, quando era chiaro che non aveva le "palle" per continuare a giocare un gioco più grande di lui. Bocciato anche lui, dunque, anche se meglio di Mia.

L è molto simile alla sua controparte giapponese (a parte il colore della pelle), ma quello contro cui si trova a combattere non è un Kira alla sua altezza, anzi, Light (Turner) è un avversario debole, potrebbe essere smascherato senza problemi, sarebbe bastato installare videocamere nascoste in casa sua, hackerare il suo telefono e via dicendo (tutte cose che invece vengono fatte nel manga), ed invece l'unico momento epico del loro scontro è una chiacchierata di 5 minuti in un locale.

Il padre di Light (Turner) è abbastanza simile alla controparte cartacea, mantiene il suo rigore, la sua onestà, ma al contempo non riesce a ricalcare la grandiosità del personaggio originale. Nel finale del film scopre la verità, al contrario del padre di Light (giapponese), che muore credendo ancora in suo figlio, ma il momento, anziché scioccante, si rivela quasi imbarazzante, per padre, figlio e pubblico!

Menzione speciale a Ryuk, che anche se non ci fosse cambierebbe poco o nulla. L'unica scena in cui Ryuk è davvero significativo è verso la fine: fossi stato negli sceneggiatori avrei eliminato il personaggio, risparmiando così i soldi degli effetti speciali e di Willem Dafoe, tanto appare già poco.

Troppe scene inutili e/o ridicole: la rappresentazione di alcune morti stile "Final Destination" le ho trovate fuori luogo ed al limite del plagio, anziché citazione come forse sarebbero dovute essere. Tra le scene ridicole ricordiamo l'apparizione di Ryuk davanti a Light, che urla nemmeno fosse una scolaretta delle scuole elementari (il Light nipponico manco si era scomposto), la scena in cui Light e Mia parlano del Death Note a scuola urlando quasi a squarciagola (per essere sentiti meglio?), la scena in cui dal nulla arriva un seguace di Kira che salva Light dalla furia di L (scena magistrale, meriterebbe un Oscarrafone), la scena del ballo scolastico in cui nessuno degli agenti si accorge che Light non è al ballo (si è appena scambiato il posto con un ragazzo che manco gli somiglia!) e....potrei continuare, ma meglio che mi fermo qui!

Ovviamente c'è anche qualcosa di buono, che poi sarebbe il pezzo finale dalla ruota panoramica in poi, ma è troppo poco per salvare l'intero film, e soprattutto in quei 10-15 minuti pare che Light diventi la mente criminale più astuta dell'universo, dopo un intero film passato a mostrarci Light in difficoltà anche nell'allacciarsi le scarpe! Che sia diventato un genio tutto d'un tratto? Difficile da credere...
A proposito del finale, dopo il plot twist c'è pure un altro colpo di scena, abbastanza geniale, sia che venga inteso in un modo sia nell'altro, ovviamente cosa sarà successo davvero lo scopriremo solo nel sequel, che quasi sicuramente verrà prodotto.

SENTENZA FINALE: 6-- , perché a Ghost in the Shell (2017) darei 5 1/2, e questo film è (solo) un pelino meglio!


Nessun commento: