sabato 26 novembre 2011

Paranoid Android: i tre problemi principali della piattaforma Android

Ci tengo a precisare che io non sono un detrattore di Android, tutt'altro! Possiedo vari dispositivi Android e mi ci trovo benissimo. Il motivo per cui mi sono trovato a scrivere queste righe è dunque proprio l'entusiasmo che nutro per questa piattaforma, entusiasmo che ovviamente nulla ha a che vedere con il fanatismo che alcune persone possono riversare verso l'uno o l'altro oggetto di interesse. Non è una questione di "migliore" o "peggiore", è una questione di cosa sia più adatto, e soprattutto per chi. Non è certo un segreto che la piattaforma Apple sia molto probabilmente la migliore si possa desiderare (dal lato utente), per un sacco di ragioni. Ma del resto è anche la più costosa, e non tutti vogliono o possono permettersela. Il successo dei PC con Windows del resto la dice lunga sull'importanza che il costo di un prodotto ha sull'utente finale. Ovviamente il successo dei PC è anche dovuto ad altri fattori, come il gaming: questo tra l'altro ha per lungo tempo decretato il successo dei PC come piattaforma videoludica, mentre i MAC sono stati (e lo sono tuttora) ampiamente apprezzati in ambito professionale (non a torto: in genere i computer MacIntosh sono sempre stati più stabili e sicuri della controparte Wintel). Attualmente, tuttavia, il gap si è via via assotigliato, e Windows XP prima, ed il 7 e l'8 poi hanno dimostrato una stabilità sempre crescente. Apple rimane comunque un punto di riferimento sia per il design (come testimoniano le cause contro Samsung per i suoi tablet e smartphone un pò troppo simili all'iPad e all'iPhone, almeno secondo Cupertino). Android negli ultimi anni ha mostrato una crescita sempre costante, fino a diventare il sistema operativo mobile più diffuso nel mondo, merito anche dei prezzi in media più contenuti rispetto ad iPhone. A proposito di prezzi: anche Microsoft punta molto alla fascia medio-bassa del mercato, con i suoi Lumia (ex Nokia Lumia) mossi dal suo sistema operativo Windows Phone, che si è dimostrato un ottimo concorrente ad Android, ma il pubblico non ha ancora dimostrato di gradire, continuando a preferire smartphone Samsung, Apple o di qualche altro produttore android minore (LG, Sony, HTC, Huawei...). Al momento Android è dunque leader come share, mentre Apple è leader per quanto riguarda il fatturato (si sa, la fascia bassa non lascia molti margini ai produttori). L'evoluzione di Android è stata sempre costante, migliorando di release in release, sia per quanto riguarda le funzionalità, sia per quanto riguarda l'interfaccia utente (la recente e discussa introduzione del Material Design è probabilmente l'indizio più visibile di come Android sia cambiato dalle sue prime versioni).
Tuttavia Android presenta ancora varie criticità, di cui ne ho scelto 3, a cui Google dovrebbe porre rimedio, in quanto sono sempre le stesse da tempo immemore: sto parlando di pirateria, virus/malware e la frammentazione di Android. 

Pirateria
La pirateria non è un problema tanto per l'utente, quanto per lo sviluppatore.Sin dalle sue prime versioni installare applicazioni scaricate dal web, anzichè da qualche store ufficiale, è stato semplice e banale, esattamente come scaricare software pirata su Windows (o su qualsiasi altro sistema operativo desktop, giusto per completezza). Se da un lato questo è comodo per il testing di app, o per distribuire app senza dover passare da una "autorità centrale", d'altro canto è più semplice la distribuzione e l'installazione di app pirata, non regolarmente acquistate, insomma. Per ovviare a questo problema Google ha messo a disposizione degli sviluppatori vari strumenti per evitare che le proprie app vengano "crackate", ma non è bastato, purtroppo per loro. Alcuni sviluppatori infatti lamentano una pirateria del 95% su Android (rispetto al 60%, che pure è una percentuale piuttosto elevata, su iOS), il che può spesso scoraggiare piccoli sviluppatori indipendenti che vorrebbero pubblicare le loro app e giochi su Android, ma sono appunto spaventati dall'alto tasso di pirateria (nonchè dall'altro numero di dispositivi Android esistenti, ma questo è appunto un altro punto dei problemi di Android). Sia chiaro, la mancanza di pirateria non garantisce automaticamente un numero di app elevate, infatti su Windows Phone ci sono meno app/giochi rispetto ad Android, ma vari sviluppatori hanno sottolineato spesso il fatto di voler supportare solo iPhone/iPad a causa principalmente della dilagante pirateria su Android. Non si può certo biasimare questi sviluppatori, perchè, al contrario dei musicisti che possono sempre compensare le perdite per le mancate vendite dei dischi con i concerti, un programmatore indipendente di norma ha come unica entrata solo quella derivante dallo sviluppo dei suoi software, a meno che non abbia già un lavoro full-time con cui pagare le bollette, e sviluppi app nel tempo libero, come lo sviluppatore di Flappy Birds, che arrivò a guadagnare 50000$ al giorno (io pensavo al mese, mi sembrava davvero troppo), grazie alla sua creatura, un irritante giochino realizzato in poco tempo, e divenuto virale dopo qualche mese la sua realizzazione. Un caso particolare quello di Flappy Birds, perchè le sue entrate derivano interamente dalla pubblicità presente alla fine di una sessione di gioco (che dura pochi secondi), in buona sostanza il modo migliore di combattere la pirateria, ma solo per certe categorie di giochi/app. Se pensiamo ad esempio ad un client ftp il cui introito è la pubblicità, possiamo immaginare che gli introiti non sarebbero nemmeno paragonabili, per ovvie ragioni: un client ftp lo si può usare forse una volta al giorno, 2 ad esagerare, e solo utenti medio-esperti in genere sanno cos'è, mentre un gioco casual attrae utilizzatori da 0 a 99 anni!
La pirateria dunque va a ledere anche l'utente, in quanto avrà a disposizione meno contenuti rispetto ad altre piattaforme meglio protette, e dunque ciò potrebbe, col tempo, portare all'abbandono progressivo di quella piattaforma da parte di sviluppatori prima, e di utenti poi. Logicamente non è sempre così semplice, infatti a volte la pirateria consente la diffusione di una certa piattaforma (ad esempio il pc windows, la PS1, la PSP...), mentre a volte la pirateria finisce per dare la mazzata finale (l'Amiga ed il Dreamcast sono due esempi molto emblematici). Ciò che l'utente dovrebbe comunque aver chiaro è che scaricare app e giochi piratati può avere conseguenze per la sicurezza dei suoi dati e persino per il portafoglio (sempre più virtuale, ma contenente comunque denaro reale), come spiegherò nel prossimo paragrafo.

Virus e malware (sicurezza della piattaforma)
Probabilmente è possibile scrivere del codice dannoso per qualsiasi tipo di dispositivo programmabile, fosse anche un router wifi casalingo o una comune ed apparentemente innocua tastiera usb, quindi non deve certo meravigliare se un sistema operativo come Android, e come purtroppo ben il 97% del malware esistente in ambito mobile sia proprio presente sul sistema del robottino verde. Ciò non vuol dire che Android sia un colabrodo, ma semplicemente che essendo molto diffuso e che è possibile installare facilmente app e giochi scaricati da internet, e che molti utenti lo fanno abitualmente, c'è molto interesse da parte di organizzazioni o singoli cracker a modificare i giochi e le app più scaricate in maniera da danneggiare gli ignari utenti, sottraendo dati di login, mostrando pubblicità invasive o inviando sms di nascosto a servizi a pagamento.
I danni possono quindi essere più o meno estesi, di sicuro si potrebbero risparmiare un sacco di seccature scaricando applicazioni esclusivamente dal Play Store (Google afferma che sul suo store ha meno dello 0,1% di applicazioni che potrebbero contenere malware). Purtroppo l'eccessiva libertà di manovra in questo senso può portare a danni enormi per gli stessi utenti, senza che loro se ne rendano conto, oltre tutto! Google non ha colpa se gli utenti installano app da fonti poco attendibili contenenti malware, ma dovrebbe fare in modo da scoraggiare il più possibile questa pratica, anche, se non soprattutto per evitare il propagarsi del malware, per evitare che Android venga percepita come una piattaforma poco sicura (cosa ovviamente inesatta).

Frammentazione hardware e software
Anche l'ultimo difetto di Android si trascina dietro da anni, ma con il tempo è diventato sempre più evidente, in particolar modo da quando Microsoft ha incominciato ad aggiornare i suoi Lumia, anche quelli di fascia più bassa, mentre molti produttori Android non aggiornano gli smartphone e tablet di fascia più bassa, a causa del basso margine di profitto che questi prodotti hanno. Ovvero chi compra un dispositivo Android di fascia bassa quasi sicuramente rimarrà con una versione del sistema operativo "vecchia" (vecchia, ma pur sempre funzionante, si intende). Di norma l'esigenza di aggiornare qualsiasi dispositivo si fa sentire solo se gli aggiornamenti portano qualche nuova funzionalità, o vanno a migliorare le prestazioni o a sistemare qualche inevitabile bug. D'altro canto per gli sviluppatori diventa problematico testare le proprie app su hardware e software così eterogeneo: esistono infatti più di 2000 smartphone Android (contando anche le possibili varianti) commercializzati, dalla versione 2.2 (Froyo), fino all'ultimissima, la 5.0.x (Lollipop). Logicamente non ha molto senso supportare ancora smartphone tanto vecchi, nè quelli che hanno venduto poche migliaia di unità. 
Difficile ovviare alla frammentazione hardware (a meno che i produttori Android non decidano di usare gli stessi chipset), forse più facile ovviare a quella software: nei paesi in via di sviluppo Google ha deciso di utilizzare sugli smartphone low cost la piattaforma Android One, ovvero una versione di Android liscia, senza personalizzazioni (o quasi), con aggiornamenti garantiti fino a 2 anni, ma questo è possibile solo lavorando in stretta collaborazione con i produttori, ed adottando un hardware di riferimento comune, cosa che evidentemente non è possibile fare in altri mercati.

Ce la farà mai Google a sistemare questi 3 difetti? Solo il tempo potrà dirlo...

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