domenica 25 ottobre 2009

Breve recensione d'obbligo (o anche ode a un regista bastardo): Bastardi senza gloria (by Q. Tarantino)

L'ultimo film di Tarantino, "Bastardi senza gloria", o meglio "Inglorious basterds" conferma, come se ce ne fosse bisogno, il talento visionario ed inventivo di un regista cresciuto a pane e "pizze" cinematografiche. L'amore letteralmente viscerale che Quentin nutre per l'ottava (o nona?) arte lo porta istintivamente ad inserire l'epilogo del film nel luogo a lui più congeniale, un cinema! In fondo questo non è un film che parla di guerra, ma un film che parla di Cinema, con la maiuscola d'obbligo. Come potrebbe essere diversamente, poichè viene evidenziato continuamente durante la pellicola, sia dalla squadra dei "bastardi" capitanata da un Brad Pitt in stato di grazia (ad un certo punto della visione del film ho cominciato addirittura a rivalutare tutta la sua filmografia, persino Mr& Mrs Smith!), sia dai numerosi riferimenti cinematografici inseriti nella trama; a partire dalle citazioni dei film tedeschi degli anni '20, i riferimenti agli spaghetti western, l'inserimento del (finto) film nel film, dei personaggi quali le due attrici feticcio presenti nella trama, alla figura della spia britannica/critico cinematografico che conosce tutta la produzione filmica germanica tanto da averne scritto pure due libri, per arrivare alla bella e giovane propretaria del cinema francese che diverrà il fulcro di tutta la faccenda, e che sembra avere più di un motivo per odiare a morte l'enclave nazista. Si è detto (anche) che questo è un film che cerca di riscrivere la storia (non è un film revisionista, sia chiaro), ed infatti a conti fatti il finale ribalta completamente ciò che è effettivamente successo; ma, come nel libro di Philip Dick, "La svastica sul sole", non è questo che fa stare in piedi il film: il tema portante è la vendetta, in un modo non troppo dissimile da quello che avveniva in Kill Bill. La differenza sostanziale che qui la vendetta avviene su due piani diversi: abbiamo la caccia ai nazisti sistematica e brutale (ma che comunque avviene in modo casuale, senza avere un obiettivo specifico) da parte della squadra dei "bastardi" (che infatti adottano la tattica della guerriglia apache, per esasperare e fiaccare il morale dei soldati nazisti), e parallelamente la vendetta, o meglio la possibilità di vendicarsi per la bella e giovane proprietaria del cinema, eventualità che si materializza in modo del tutto casuale (ma si sa che in un film niente è mai casuale!). A completare un quadro già piuttosto ricco ed avvincente vi sono dei dialoghi davvero ben curati e mai fuori luogo o superflui (si parla infatti in varie lingue nel film, tedesco, francese, inglese e perfino italiano, o meglio siciliano!); le battute scorrono spesso a raffica (anche se talvolta alcuni sguardi valgono più di tutti i dialoghi dei migliori film tarantiniani), sembra di essere tornati ai tempi di Pulp Fiction, o delle Iene (seppure anche i dialoghi di "Deathproof" fossero memorabili). In aggiunta, come se tutto questo non bastasse, ad impreziosire il cast vi è anche il regista del tanto discusso "Hostel", Eli Roth, giovane discepolo di Tarantino, la cui parte di uno dei "bastardi" gli calza a pennello.
Tarantino è tornato grande! Anzi, si dovrebbe dire che con "Bastardi senza gloria" Tarantino continua ad essere grande!

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