sabato 24 settembre 2011

Capacitivo vs Resistivo: due tecnologie a confronto

Come molti sapranno, gli schermi multi-touch, detti anche capacitivi sono ormai lo standard per tutti i dispositivi mobile, siano essi smartphone o tablet. Gli schermi touch sono diffusi da molto tempo, ormai, ma l'introduzione del multi-touch da parte di Apple con il primo iPhone, ha di sicuro rivoluzionato in maniera sostanziale il mercato. Il multi-touch ha portato infatti con sè metodi di input fino a quel momento impossibili o quasi da realizzare, tra tutti il "pinch to zoom", o i controlli virtuali su schermo (utili ad esempio con i giochi), o ancora la tastiera virtuale che permette di tenere premuto il "tasto" shift per le maiuscole e molte altre combinazioni diverse. Gli schermi resistivi, invece, non supportano il multi-touch, sebbene in passato ci sono stati dei progetti per schermi resistivi adattati per supportarlo, ma è rimasto tutto a livello di prototipo. Attualmente, dunque, sembrerebbe ormai sancita la vittoria della tecnologia capacitiva su quella resistiva, o, perlomeno, il trend di mercato sembrerebbe quello. C'è tuttavia un campo di utilizzo nel quale la vecchia tecnologia si dimostra ancora superiore, o perlomeno più adatta, rispetto alla nuova: mi riferisco alla scrittura ed al disegno a mano libera, che seppure fattibile "in punta di dita" è sicuramente un'attività più comoda con un pennino (stilo). Ed ora vengono i problemi! La tecnologia capacitiva si basa infatti sulla perturbazione del campo elettrostatico da parte di qualsiasi oggetto in grado di condurre elettricità, tra cui appunto il corpo umano. Quando un dito viene appoggiato sulla superficie appositamente trattata dello schermo capacitivo, il sistema rileva dunque il tocco, a differenza di uno schermo resistivo, dove è necessario fare pressione sullo schermo (in maniera più o meno vigorosa, a seconda della qualità dello schermo), perchè il tocco venga rilevato. Tuttavia gli schermi capacitivi sono stati pensati per ricevere input dalle dita umane, e quindi la superficie di contatto per cui sono stati tarati corrisponde ad una circonferenza ideale grande quanto un polpastrello umano, o poco meno. Il motivo di ciò è che se fosse tarato per dispositivi di input più sottili, al tocco di un polpastrello il software rileverebbe decine di input contemporaneamente!! Ecco perchè i touch-screen capacitivi funzionano egregiamente con le dita umane, ma NON funzionano con le penne pensate per gli schermi resistivi (c'è anche un altro motivo per cui non funzionano, perchè sono di plastica, materiale notoriamente non conduttivo).
Attualmente vi sono due tipi di pennini disponibili per gli schermi capacitivi, quelli con la "punta" in materiale morbido, che simula efficacemente un polpastrello umano (beh, più o meno efficacemente), e quelli con una punta "dura", che si avvicinano maggiormente ai pennini per schermi resistivi. Per forza di cosa chi vorrà utilizzare i tablet con schermo capacitivo dovrà utilizzare dei pennini con punta dura, in quanto molto più vicini all'esperienza del disegno a matita o penna. Di questo tipo di pennini ci sono in pratica solo 2 esponenti, piuttosto differenti nell'aspetto, ma che permettono un certo grado di precisione. Si tratta della Dagi e dell'oStylus. La prima costa intorno ai 20$, mentre la seconda arriva quasi a 40$!


l'oStylus presenta un design interessante ed innovativo, e, come si può notare, è l'unica penna che permette di vedere il tratto che si sta disegnando (infatti il punto che viene tracciato si trova proprio al centro della "O")





La Dagi ha una "punta" circolare in plastica, collegata al corpo principale della penna tramite una piccola molla. Cio permette una certa mobilità del disco, ed in teoria dovrebbe anche permettere una maggiore precisione




















Non mancano ovviamente delle penne appositamente auto-costruite, che, a seconda della bravura e della perizia di chi le usa, possono fare miracoli!


Nessun commento: