Chi ha un dispositivo Android probabilmente saprà che tramite un account Google può uploadare fino a 50000 canzoni sul cloud (erano 5000 fino a poco tempo fa), a gratis, il che non è affatto male se consideriamo che 500 canzoni equivalgono a circa 40 ore di musica, se supponiamo una media di 5 minuti a canzone, il che, portato a 50 mila significa più di 150 giorni di musica ininterrotta! Se a qualcuno possono sembrare poca cosa, si possono sempre creare più account Google e moltiplicare dunque le canzoni uploadabili sul cloud, ma suppongo che pochi ne sentiranno il bisogno.
Purtroppo l'unico modo per accedervi sia su mobile che su desktop è attraverso l'app apposita su Google, che non è il massimo della vita: si possono votare le canzoni, ma solo "mi piace" o "non mi piace" (un passo avanti comunque rispetto a Facebook, dove tutti i post o lasciano indifferenti o devono per forza piacere!), non si possono creare playlist intelligenti a piacere, non si possono navigare le collezioni musicali "per cartelle". Per il resto è un buon player, ma queste limitazioni lo rendono a volte poco appetibile, a meno che non si voglia appunto effettuare lo streaming delle canzoni salvate sul cloud, nel qual caso diventa indispensabile! Per gli ascoltatori di musica più esigenti, tuttavia, c'è un'altra possibilità: se infatti il proprio dispositivo Android dispone dei permessi di ROOT è possibile "montare" il file system remoto nel sistema, in pratica fare credere ai player musicali che i file presenti sui server di Google in realtà siano presenti sullo smartphone/tablet. Nulla di particolarmente sorprendente o nuovo (è almeno dagli anni '80 che è possibile farlo), ma il fatto di poterlo fare in maniera semplice con un'app apposita rende la cosa alla portata di un ampio pubblico. GMusicFS permette infatti tutto ciò, l'unico lato negativo è che bisogna avere i permessi di root sul proprio dispositivo, il che non è sempre alla portata (tecnica) di tutti, e, soprattutto, può voler dire perdere la garanzia, quindi in caso di malfunzionamenti o se lo smartphone/tablet non dà più segni di vita ci si può scordare l'assistenza gratuita, purtroppo. Tuttavia i vantaggi di avere un dispositivo "rootato" possono essere molteplici, in generale un maggiore accesso alle risorse (che siano software o hardware) dei propri dispositivi.
Ecco infine un breve filmato che mostra la funzionalità di questa piccola ma potente app:
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