mercoledì 2 luglio 2025

Quella volta che Star Comics si diede all'hentai: Erotikappa!

Tutto si può dire dei Kappa Boys, un tempo la forza motrice della Star Comics, ma non che non avessero un certo coraggio editoriale, proponendo manga e riviste che altri editori non avrebbero mai proposto, almeno per primi. Mi riferisco ad esempio a riviste come Kappa Magazine, che per vari anni fu l'unica rivista contenitore sul suolo italico. Certo, non sempre gli articoli, le recensioni e quant'altro erano il massimo, ma era comunque anni luce meglio dei rivali, giunti più tardi, che fosse Lodoss Magazine, rivista che definire ridicola ed amatoriale è dir poco (sebbene battesse le altre per la quantità di immagini a colori, e per la qualità della carta niente male...) o Man-Ga della Planet Manga, che ha avuto un vita editoriale alquanto breve. Anche riviste come Express, che tentavano di riproporre le riviste settimanali giapponesi, con tirature da milioni di copie, furono senz'altro un tentativo MOLTO coraggioso, per quanto fallimentare. Ed a proposito di fallimentare, non dimentichiamo un'altra rivista altrettanto ambiziosa come Game Over, che tentava di cavalcare l'onda della febbre dei videogames, proponendo manga a tema videoludico, ma che non riuscì ad incontrare il favore del grande pubblico.
Nel 1997 esce così il primo numero di Erotikappa: fin da subito è evidente che non è la solita rivista tarocca che si poteva trovare nelle edicole, con storie hentai sordide e tradotte alla meno peggio (o spesso con dialoghi inventati di sana pianta!), per nulla! Si tratta di una rivista con storie particolari, surreali a volte, perfino demenziali in certi casi. Spiazzante insomma, ma l'hentai c'è, anche se non è forse quello che si aspetta la maggior parte del pubblico! E proprio per quello probabilmente il progetto Erotikappa si conclude dopo soli 3 numeri nel 1999, lasciando pure in sospeso la traduzione di un manga (The Fishbone) purtroppo (gli altri invece erano tutti autoconclusivi). Probabilmente i piani originali sarebbero stati di farne uscire un volumetto all'anno, o forse anche ogni 6 mesi nel caso in cui la rivista avesse avuto un certo successo (difficile più spesso...).
Cosa andò storto? Forse le aspettative erano differenti, ed i manga scelti non erano abbastanza "interessanti" per i lettori. All'epoca inoltre non è che molti conoscessero gli autori hentai più quotati del Giappone: infatti oggi ci sono case editrici che pubblicano manga hentai spesso e volentieri; dubito facciano grandi numeri, ma continuando a pubblicarli credo che ci guadagnino comunque qualcosa. In sostanza i Kappa Boys volevano forse realizzare una rivista di un certo livello, che venisse apprezzata da un pubblico relativamente colto, non dal grande pubblico degli shounen manga come Dragon Ball. Ma forse quel pubblico non c'era all'epoca, forse quel pubblico si vergognava (anni dopo però gli stessi avrebbero comprato l'opera omnia di Shintaro Kago e sarebbero pure andati a vederlo di persona - io stesso mi sono fatto autografare un manga per corrispondenza da lui, ma questa è un'altra storia). All'epoca ero ancora minorenne (quasi maggiorenne però), e non ho aprezzato tanto i manga proposti in questi 3 numeri. Li ho apprezzati maggiormente molti anni più tardi, quando ho acquisito una certa maturità e dopo aver letto diversi manga di un certo calibro e spessore. Ma quello è normale: date ad un ragazzino da leggere i romanzi del marchese De Sade, e lui se ne ritrarrà inorridito, oppure scatenerà sentimenti contrastanti, ma difficilmente potrà "apprezzare" la lettura. Ed è quello forse il problema di Erotikappa: molti lettori pippaioli si aspettavano materiale banale, invece si sono trovati di fronte a storie bizzarre, irriverenti, ma soprattutto storie che non si prestavano troppo all'onanismo, se non quello mentale probabilmente. Un peccato inoltre che non abbiano inserito alcun redazionale come facevano invece in Kappa Magazine (personalmente infatti compravo il KM soprattutto per gli articoli, recensioni, approfondimenti...non tanto per i manga, che erano quello che erano). Ci sarebbe voluta insomma una migliore pianificazione a monte del progetto, in maniera da renderlo più appetibile. Ma d'altro canto ancora oggi le case editrici italiane non dialogano abbastanza con il pubblico, e fanno uscire progetti editoriali allo sbaraglio. E si che al giorno d'oggi sarebbe banale fare un sondaggio online per avere una vaga idea di quello che vuole o non vuole il pubblico (o almeno parte di esso). In passato almeno c'era la posta dei lettori: la gente scriveva alle case editrici, facendo complimenti e chiedendo delucidazioni, a volte proponendo pure delle idee per migliorare una testata o per farla naufragare definitivamente, dipende. E qualcuno rispondeva sempre alle lettere che potevano essere più interessanti, anche per altri lettori, o comunque erano meritevoli di essere pubblicate. Era un simbolo di orgoglio per i lettori vedere la propria letterina pubblicata assieme a nome, cognome, indirizzo ed altri dati personali! Ho scritto anch'io una lettera (mail a dire il vero), molti anni orsono, ma non me l'hanno mai pubblicata, anche perché poi la rivista ha chiuso i battenti poco dopo.
Ironia della sorte, molti negli anni '90 credevano che i normali manga pubblicati in Italia fossero pornografici, mentre in realtà erano sì spesso ammiccanti, ma oltre al nudo (parziale) non si andava. D'altro canto i nipponici sono sempre stati rigorosi nelle loro regole, tanto che censurano ancora oggi i genitali nei film porno o hentai! In sostanza fumetti come Dylan Dog erano di gran lunga più espliciti della maggior parte dei manga (non ricordo se Dylan Dog fosse nemmeno vietato ai minori di 14 anni tra l'altro...ma di sicuro era letto da molti minorenni all'epoca!).
Dicono che in genere "il sesso vende", purtroppo così non è stato per Erotikappa, che ha concluso la sua vita editoriale dopo soli 3 miseri numeri, forse molti meno di quelli che avrebbe meritato. In seguito la Star ha pubblicato anche manga "hentai" (non particolamente spinti, però...) in monografico, ottenendo un discreto successo.

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