Se vedeste due persone che fanno l'elemosina, uno vestito con un abito firmato e l'altro con stracci, a chi dareste l'obolo? Evidentemente a quello che pensate ne abbia più bisogno, logico.
Se invece vorreste comprare qualcosa, e ci sono 2 negozi in città, l'uno accanto all'altro, uno rischiarato da luci al neon, cartelloni sgargianti, commesse di bell'aspetto, mentre l'altro dall'aspetto più dimesso, illuminato da luci fioche, una sola commessa dall'aspetto normale, dove andreste a fare acquisti, anche considerando che i prezzi siano praticamente uguali? Quasi sicuramente la maggior parte delle persone andrebbe nel primo negozio, e quasi sicuramente nel giro di poco tempo rimarrebbe aperto solo quel negozio, in quanto il secondo non riuscirebbe a guadagnare abbastanza per rimanere aperto. Logicamente si potrebbe dire che il secondo negozio avrebbe potuto seguire le orme del primo, ed avrebbe (in teoria) avuto uguale successo. Il problema è che non è detto che il secondo negozio sarebbe riuscito nell'intento, soprattutto se il primo aveva già conquistato parecchi clienti.
Nella cittadina ora è rimasto solo quel negozio, sempre più popolare, ed i proprietari sono chiaramente sempre più ricchi. Certo, in futuro potrebbero apparire diversi concorrenti, ma non è detto che si riesca a creare una situazione di equilibrio in cui 2 o più parti riescano a coesistere e sopravvivere.
Da un lato è il motivo per cui ad esempio ci sono leggi che regolano il numero di farmacie in un determinato comune, in modo da evitare una concentrazione troppo elevata sul territorio, concentrazione che potrebbe portare ad una situazione in cui c'è troppa concorrenza (per assurdo la poca concorrenza può far male al mercato ed all'utenza, ma anche una concorrenza serrata non porta sempre vantaggi).
Il problema è anche che normalmente le persone tendono a scegliere ciò che è per loro più popolare, più alla moda, più "in", uniformandosi talvolta ai gusti della massa. Il che porta chiaramente al "successo" di un particolare servizio, negozio, artista e via dicendo a sfavore di tutti gli altri.
Per chiarire maggiormente: la gente compra i mobili da Ikea, e compra solo là perché ormai conosce il brand, e si fida solo di quello. Anche se ci fossero realtà in cui allo stesso prezzo si comprano mobili di migliore qualità, molta gente continuerà comunque a comprare là. Questo per varie ragioni:
1) la gente è pigra, non ha voglia di girare una miriade di negozietti
2) la gente conosce solo quel brand, e non si chiede se esistano alternative migliori o più economiche
3) il brand è già così "potente" da potersi permettere un marketing che altre aziende non possono permettersi.
Tra parentesi Ikea può permettersi certi prezzi ed i costi del marketing anche perché sembrerebbe che riesca ad eludere la tassazione europea per circa UN MILIARDO DI EURO (niente male), in un periodo di soli 5 anni! Rispetto ad aziende simili che non riescono ad utilizzare strumenti simili per abbassare le tasse dovute nei vari paesi, appare chiaro che Ikea ha dalla sua un vantaggio abissale!
Ikea poi ha un fatturato globale molto elevato, ed in costante crescita di anno in anno: in pratica stiamo arricchendo sempre di più un'azienda già in ottima salute, che pure elude le tasse! Qualcuno mi potrebbe dire che però portano lavoro, molto lavoro nei territori dove Ikea decide di aprire, io però sono ancora dubbioso se il rapporto costi/benefici sia vantaggioso o meno per la collettività.
Ancora peggiore il caso di Amazon, il cui stra-potere sta di fatto cambiando e sconvolgendo molti aspetti della vita quotidiana, incluso il modo in cui facciamo shopping. Anche Amazon, come molte (tutte?) multinazionali cerca di pagare meno tasse possibili, però in cambio offre un servizio di consegna e post-vendita tra i migliori esistenti, anzi, forse il migliore sulla piazza. La cosa chiaramente piace molto agli acquirenti, che in passato se c'era qualcosa che non andava dovevano portare il bene, se ancora in garanzia, nel negozio dove l'avevano acquistato, ed attendere pazientemente la riparazione (che non sempre avveniva). A me è capitato di aspettare quasi 2 mesi per un hard disk esterno, e poi dopo essere ritornato dopo pochi giorni si è ripresentato lo stesso problema. Visto che sono abbastanza esperto ho poi scoperto che l'assistenza si era limitata a sostituire l'hard disk, mentre il problema risiedeva nello "scatolotto" (termine tecnico). Insomma 2 mesi di tempo per un lavoro che non mi ha portato via nemmeno mezz'ora...Complimentoni!
Viene da capire perché molta gente preferisca Amazon per acquistare oggetti che si potrebbero rompere (ad esempio elettronica, computer, smartphone...), e quindi finisca per comprare anche oggetti di vario genere (libri, film, videogiochi) anche se non sempre sono convenienti rispetto ad altri siti o negozi fisici! E' una questione di praticità e, in fondo, fare acquisti sempre nello stesso negozio virtuale può avere i suoi vantaggi. Tuttavia con il passare del tempo i nodi vengono al pettine e, se pure si può supporre che Amazon continuerà a fornire un servizio clienti ineccepibile possiamo anche supporre che in futuro acquisirà sempre più "potere", in quanto perfino i bambini oggi sentono ripetere i genitori "l'ho comprato su Amazon" anziché un generico "l'ho comprato su internet". Chiaramente più volte lo si sente ripetere, più si imprime nel DNA di tutti, tanto che Amazon diventa sinonimo di e-commerce. La gente manco più fa ricerche sul web per vedere se lo stesso oggetto si trova a meno soldi altrove, perché non ha voglia nemmeno di perdere 30 secondi per la ricerca.
Non avendo carta di credito (e non volendola avere) mi sono messo a cercare alternative ad Amazon, negozi virtuali che accettassero bonifico o contrassegno (o paypal), pare strano ma ce ne sono! Alcuni penseranno: "ma che te frega, fatti una carta di credito e compra su Amazon, pirla!". E' quello che potrei fare, ma non ne sento il bisogno (di comprare su Amazon, perché in verità una carta di credito può essere utile in certi frangenti), in quanto le alternative ci sono (anche online), anche se magari non sono ben pubblicizzate!
Inoltre è notizia di poco tempo fa che il fondatore e CEO di Amazon, Jeff Bezos è diventato il più ricco del mondo, con un patrimonio di quasi 100 miliardi di dollari, grazie anche al sempre più sfolgorante successo di Amazon. Quando leggo cose del genere mi viene spontaneo chiedermi: ma davvero quest'uomo ha bisogno di altri soldi? Non posso darli a qualcuno che ne ha più bisogno?
Chiaro che se compro da Amazon non è che do soldi direttamente al CEO, ma indirettamente sì. E si badi bene: il problema qua non è se qualcuno diventa ricco (in fondo Bezos si è meritato il suo successo), ma se qualcuno diventa così ricco!
Il tutto ci porta ad un problema importante: la redistribuzione della ricchezza.
La redistribuzione della ricchezza
Con questo non si intende prendere ai ricchi e dare ai poveri, secondo la logica (non del tutto sbagliata, ma non attuabile) dei Robin Hood moderni, ma si tratta semplicemente di una miglior redistribuzione delle ricchezze da parte delle aziende. Per chiarire maggiormente la questione si veda il seguente grafico:
Non avendo carta di credito (e non volendola avere) mi sono messo a cercare alternative ad Amazon, negozi virtuali che accettassero bonifico o contrassegno (o paypal), pare strano ma ce ne sono! Alcuni penseranno: "ma che te frega, fatti una carta di credito e compra su Amazon, pirla!". E' quello che potrei fare, ma non ne sento il bisogno (di comprare su Amazon, perché in verità una carta di credito può essere utile in certi frangenti), in quanto le alternative ci sono (anche online), anche se magari non sono ben pubblicizzate!
Inoltre è notizia di poco tempo fa che il fondatore e CEO di Amazon, Jeff Bezos è diventato il più ricco del mondo, con un patrimonio di quasi 100 miliardi di dollari, grazie anche al sempre più sfolgorante successo di Amazon. Quando leggo cose del genere mi viene spontaneo chiedermi: ma davvero quest'uomo ha bisogno di altri soldi? Non posso darli a qualcuno che ne ha più bisogno?
Chiaro che se compro da Amazon non è che do soldi direttamente al CEO, ma indirettamente sì. E si badi bene: il problema qua non è se qualcuno diventa ricco (in fondo Bezos si è meritato il suo successo), ma se qualcuno diventa così ricco!
Il tutto ci porta ad un problema importante: la redistribuzione della ricchezza.
La redistribuzione della ricchezza
Con questo non si intende prendere ai ricchi e dare ai poveri, secondo la logica (non del tutto sbagliata, ma non attuabile) dei Robin Hood moderni, ma si tratta semplicemente di una miglior redistribuzione delle ricchezze da parte delle aziende. Per chiarire maggiormente la questione si veda il seguente grafico:
Queste sono le più 15 più "ricche" aziende nel settore tecnologico, e le barre dell'istogramma rappresenta il quoziente tra le entrate (lorde) dell'azienda ed il numero di dipendenti direttamente assunti dall'azienda stessa. In pratica maggiore è questo numero, più "ingiusta" è l'azienda. Infatti come si può vedere l'azienda con il quoziente più elevato è Apple, che dà lavoro a 116 mila persone, ma finisce con il guadagnare molto di più di aziende come Samsung, che però dà lavoro al doppio di persone! Non per nulla Apple è anche l'azienda con più liquidità al mondo, più di 260 MILIARDI di dollari parcheggiati in bond ed altri investimenti, soldi che di fatto non vengono utilizzati per nulla, non vengono reinvestiti in ricerca, non vengono utilizzati per assumere personale o per formarlo, soldi il cui scopo è solo quello di esistere per fare altri soldi. Un capitale enorme continuamente rimpolpato da due fattori: il primo è che Apple ha il maggior margine nel settore smartphone, il secondo è dovuto al fatto che Apple ha evitato di pagare molte tasse grazie ad accordi sotto banco con l'Irlanda. Almeno 13 miliardi di euro in 5 anni, che anche divisi tra tutti gli stati della Comunità Europea sono un sacco di soldi!
La cosa assurda è che anche pagando questi 13 miliardi ad Apple rimane comunque un quantitativo di denaro immenso, Sufficiente per fallire e riprendersi più e più volte. Fino a che punto dovremmo tollerare e foraggiare un simile "corporate greed"?
Ma soprattutto, perché dovremmo arricchire ulteriormente chi è già così ricco sfondato (che sia persona o azienda)?
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